Al Torino si chiede una partita di personalità con l’Hellas Verona

Il Torino può portare a tre le vittorie consecutive. Il Verona non è superiore ai granata. Moretti e Gazzi potrebbero non recuperare per domani. Silva è sfebbrato e Benassi sta meglio.
12.09.2015 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Al Torino si chiede una partita di personalità con l’Hellas Verona
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Due vittorie nelle prime due partite di campionato sono un bell’inizio e spingono a continuare sulla strada intrapresa e, infatti, molti si aspettano che il Torino torni dalla trasferta in casa dell’Hellas Verona con una vittoria, tanto più che l’avversario non è assolutamente superiore ai granata. Conquistare i tre punti per il Torino vorrebbe dire mantenere la testa della classifica e continuare ad accumulare punti preziosi, come corollario, neppure tanto marginale, tenere la Juventus sotto di sei lunghezze o anche aumentare il vantaggio, nel caso in cui i bianconeri non vincessero con il Chievo, per ironia del calendario l’altra squadra di Verona.

Domenica all’ora di pranzo al Bentegodi il Torino potrebbe tornare a vincere le prime tre partite del campionato, obiettivo che manca dal 1976, la stagione successiva all’ultimo scudetto, ma quell’annata fu straordinaria perché furono vinte le prime cinque gare e poi il filotto di risultati positivi continuò fino alla seconda giornata del girone di ritorno, la prima sconfitta fu con la Roma nel match successivo. Senza eccedere nei paragoni al momento assolutamente prematuri e decisamente fuori luogo, al Torino con l’Hellas Verona si chiede di disputare una partita di personalità, se sarà anche condita dalla vittoria tanto meglio. Non che la vittoria non sia da perseguire con totale determinazione, ma in campo c’è anche l’avversario che potrebbe fare una gara perfetta oppure potrebbero accadere episodi che indirizzano il risultato. L’importante è che il Torino, come già accaduto più volte in passato, non sbagli l’approccio alla partita e sfoderi una prestazione sotto le possibilità. Un conto è stare con i piedi per terra, un altro è credere di essere già arrivati dopo due vittorie, tre con quella in Coppa Italia.

Il Torino ha una discreta rosa, tenendosi cauti nei giudizi, equilibrata, con giocatori esperti e giovani di prospettiva, che può sopperire agli infortuni di Moretti, affaticamento al polpaccio sinistro evidenziatosi ieri, e Gazzi, trauma distorsivo alla caviglia destra accadutogli giovedì in allenamento, che si sommano a quelli di Maksimovic e Farnerud, qualche problema c’è indubbiamente, però è anche l’occasione per valutare appieno chi li sostituirà. Stanno meglio invece Silva che ha superato l’attacco febbrile e anche Benassi che si sta riprendendo dalla botta alla coscia destra presa quando era impegnato con al Nazionale Under 21. Non solo l’organico numericamente e qualitativamente è adeguato, c’è anche il giusto mix fra calciatori dotati di personalità e quelli che hanno grinta. La personalità e la grinta non sono la stessa cosa, anche se talvolta si tende a considerarle coincidenti soprattutto in ambito sportivo. Stando alla definizione del vocabolario Treccani la personalità è “l’insieme di quelle disposizioni e funzioni affettive, volitive e cognitive che si sono progressivamente combinate nel tempo ad opera di fattori genetici, di dinamiche formative e di influenze sociali, fino a costituire una struttura relativamente stabile e integrata riconosciuta dall’individuo come propria, ed espressa di volta in volta nel proprio particolare modo di interagire con l’ambiente, di determinare i propri scopi, di regolare il proprio comportamento”, mentre la grinta è “aggressività, volontà e decisione d’un atleta a cercare coraggiosamente il contatto o la lotta con l’avversario”. Tanto per fare un esempio, Moretti è un giocatore di personalità, Glik di grinta. Entrambi sono bravi e danno tutto per la causa, ma hanno caratteristiche diverse e nell’insieme della squadra finiscono per essere complementari.

Con il Verona, ma più in generale in tutte le partite, ogni singolo giocatore del Torino dovrà attingere alle sue migliori qualità e puntare a fare in campo la cosa giusta, senza strafare per dimostrare chissà che cosa. La squadra dovrà giocare con personalità, conoscendo quindi i propri pregi e tenendo conto degli inevitabili difetti, preoccupandosi di fare ciò di cui è capace con semplicità e costringendo l’avversario ad adeguarsi e non adattandosi o aspettando che faccia la prima mossa. Concentrazione, determinazione e soprattutto personalità permetteranno al Torino di, come si suole dire, “fare la sua partita” e molto probabilmente, meglio quasi sicuramente, di tornare a casa con i tre punti, con tutto il rispetto e senza nulla togliere all’Hellas Verona.