Al Torino servono subito rinforzi altrimenti si ripeteranno gli errori del passato

25.07.2021 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata a Santa Cristina Elena Rossin
Vagnati e Cairo
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Vagnati e Cairo
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Due amichevoli e per giunta con avversari non di spessore non sono test probanti, così come non lo sono le conseguenti vittorie, ma comunque sono utili per capire che per migliorare il Torino ha bisogno di rinforzi. La lezione dello scorso pre-campionato non può essere ignorata: allora a Giampaolo non furono dati il play davanti alla difesa e il trequartista e se ne pagarono le conseguenze, come tutti sanno. Oggi per sviluppare la sua idea di gioco Juric ha bisogno di due trequartisti e di giocatori che sulle fasce non solo corrano, ma che vadano sul fondo e crossino in modo che piovano in area palloni che vengano poi spediti in rete.

Ebbene già ieri nell’amichevole con il Brixen, squadra che milita nel campionato di Eccellenza dell'Alto Adige e che per non venire infilata con facilità, come successo all’Obermais Merano, si è chiusa in difesa facendo densità, si è visto che per il Torino arrivare alla conclusione è impresa non molto semplice. Difficoltà accusata molte volte dai granata nelle ultime stagioni e non solo. Vie centrali chiuse e corsie laterali che non riescono a sopperire. La manovra con una certa fluidità si sviluppa fino a ridosso dell’area avversaria poi però lì si esaurisce e se in più c’è un portiere attento come nel caso di Gemello, prestato come Sava per l’occasione, le poche, in proporzione al tasso qualitativo dell’avversario, conclusioni nello specchio vengono quasi tutte respinte.

Juric sulle fasce è privo di Singo impegnato alle Olimpiadi in Giappone e poi deve comunque ancora completare il suo percorso di crescita. Ha Ansaldi in buona forma, ma si sa che ha fragilità muscolare e che non può essere spremuto per tutta la stagione ed anzi il suo utilizzo va dosato. Ha Vojvoda che s’impegna però spinge meno di Ansaldi e incappa di tanto in tanto in errori che poi danno il là ai gol avversari, come anche accaduto ieri in occasione della rete di Reci quando l’albanese ha perso palla e poi anche Lyanco con troppa facilità si è fatto superare. Ha Aina che a tratti perde la concentrazione.
In mezzo al campo il mister ha Mandragora che è il giocatore che possiede le qualità per giostrare la manovra, ma che ha bisogno del supporto dei compagni. Ha Rincon che ci mette polmoni e determinazione nell’interdire il gioco altrui. Ha Lukic e Linetty che si dividono fra centrocampo e trequarti provando a costruire gioco con esiti non sempre brillanti. Ha Baselli che prova a dettare i tempi di gioco riuscendoci a tratti. Ha Verdi che pur impegnandosi non sempre riesce a sfondare per andare lui al tiro o per imbeccare i compagni mettendoli nella condizione di concludere. Ha Segre che è ancora acerbo. Ha Stojkovic che deve entrare nell’ottica delle idee che per sfruttare il suo potenziale ha bisogno di smettere di cambiare continuamente squadra e intraprendere un percorso di crescita che lo porti a maturare realmente. Ha Warming che catapultato dalla Danimarca all’Italia deve ambientarsi e adattarsi a un calcio diverso per cui risulta spaesato. Ha Kone che ha qualche acciacco ed è un po’ sparito dai radar.
In attacco l’allenatore granata è senza Belotti che è in vacanza dopo l’Europeo e non si ha la certezza che tornato poi resti. Ha Sanabria che per quanto sgomiti non sempre è adeguatamente servito o in alternativa in talune occasioni è impreciso. Ha Zaza, giocatore per il quale vale il discorso fatto per Sanabria, con l’aggiunta che in proporzione è un po’ più impreciso nell’indirizzare il pallone nello specchio e che non sempre ha la meglio nel fare a sportellate con gli avversari. Ha Millico e Rauti che spesso sono utilizzati fuori ruolo indice che forse non sono ritenuti del tutto adatti alle trame di gioco. Ha Falque che per riprendersi del tutto dagli infortuni che lo hanno tormentano nelle ultime due stagioni sta svolgendo un lavoro personalizzato con i preparatori. Ha Edera che però è a Torino alle prese con la riabilitazione post operazione causata dalla rottura del legamento crociato, del collaterale mediale e del tendine rotuleo.
In difesa ha Izzo che il suo lo fa. Ha Bremer che è all’altezza per fare il centrale nella difesa a tre, ma adesso è infortunato. Ha Buongiorno che eccelle per impegno e ha ulteriori margini di crescita. Tutti e tre hanno dovuto difendere poco in queste prime uscite e così hanno potuto impostare da dietro e si sono spinti in avanti, ma quando le partite conteranno davvero non sarà così semplice per loro riuscire a fare altrettanto. Ha Lyanco che alterna buone giocate ad altre no. Ha Djidji che potrebbe ritagliarsi uno spazio come alternativa ai titolari. Ha Rodriguez appena rientrato dalle vacanze post Europeo. Ha Celesia, che come altri giovani, sta intraprendendo il suo percorso di crescita.
In porta si sono più visti impegnati ed apprezzati Gemello, in particolare, e Sava prestati a difendere la porta del Brixen che Milinkovic-Savic e Berisha che nelle prime due amichevoli non sono stati praticamente mai chiamati in causa, il serbo con cittadinanza spagnola si è fatto apprezzare per il gioco con i piedi e i quasi sempre molto precisi lanci lunghi.

Il Torino per far dimenticare le ultime due annate, caratterizzate da salvezze raggiunte all’ultimo e risalire la classifica almeno per piazzarsi nella parte centrale, ha evidente bisogno di rinforzi e li ha bisogno subito. Juric non ha la bacchetta magica e non bastano la sua grinta e il saper preparare atleticamente bene la squadra per ottenere risultati positivi se non ha gli uomini chiave per il suo concetto di gioco. Potrà anche riuscire a ottenere il massimo dai calciatori che ha a disposizione, ma gli mancherà sempre qualche cosa se la rosa non è adeguata. E sono il presidente Cairo e il direttore tecnico Vagnati a dover agire per dargli i giocatori giusti.