Al Torino serve ritrovare brillantezza, leggerezza e un po’ di fortuna per tentare la volata finale

18.04.2023 10:33 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Al Torino serve ritrovare brillantezza, leggerezza e un po’ di fortuna per tentare la volata finale
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L’ottimismo di Cairo: “Sono fiducioso per questo finale di stagione. Mai dire mai, tutto è possibile” si scontra con la realtà del campo fatta vedere nell’ultimo periodo dalla squadra di Juric. Le disattenzioni in fase difensiva continuano con la conseguenza che buona parte dei gol subiti sarebbero evitabili con una maggiore concentrazione e il gioco ha un po’ smarrito la sua caratteristica principale. Infatti la squadra non fa più così tanto il forcing sugli avversari, a tratti ha ridotto il pressing alto e ha diminuito l’aggressività nelle incursioni, che ultimamente solo Radonjic ha fatto in modo continuo, mentre giocatori come Miranchuk, Karamoh e soprattutto Vlasic non riescono più a fare se non sporadicamente.

Di sicuro hanno influito alcuni infortuni come per Karamoh, anche Miranchuk ha avuto qualche acciacco, prova ne è che non ha potuto essere convocato per la partita con il Napoli per un problema agli adduttori, però ha smarrito un tantino la capacità d’illuminare il gioco offensivo e per Vlasic la distrazione mio fasciale del muscolo retto femorale destro non basta a spiegare il non essere più quello della prima parte del campionato poiché è da dopo il Mondiale che non riesce più a esprimersi a quei livelli. Di sicuro hanno pesato sulle fasce le assenze di Lazaro, che per fortuna è tornato e sta cercando di recuperare la piena forma atletica, e Aina, ma resta il fatto che Singo continua a essere altalenante nelle prestazioni e che Vojvoda si è involuto rispetto alla scorsa stagione e il fatto che Rodriguez sia stato dirottato a fare il terzino sinistro non è un caso e solo l’assenza di Schuurs per squalifica nell’ultima partita con la Salernitana lo ha riportato nel suo ruolo abituale di terzo a sinistra nella linea difensiva. In mezzo al campo dal suo arrivo il 31 gennaio, ultimo giorno di mercato, Ilic non è ancora riuscito a essere il giocatore che Juric aveva tanto insistito per averlo, anche lui è stato frenato da infortuni, ma in particolare da una forma atletica non ottimale dovuta al lungo tira e molla in occasione del mercato che aveva influito sui suoi allenamenti quando era ancora al Verona, come detto da Juric.

Ricci sta continuando il suo percorso di crescita, ma l’infortunio al polpaccio, che si è ripresentato anche nel corso della gara con la Salernitana, lo ha un po’ rallentato. Non può essere considerato un rinforzo Vieira poiché dopo qualche allenamento è finito in infermeria e non ne è più uscito. Per cui Linetty deve tirare la carretta e va a causa di questo gestito, anche perché i giovani Adopo, sul quale pesa l’essere in scadenza di contratto e il non rinnovare, e Gineitis sono utilizzati poco, come anche il terzino destro Bayeye e l’esterno Seck. In attacco tutto pesa sulle spalle di Sanabria, che da inizio 2023 si è sbloccato e per fortuna segna con più che discreta regolarità ed è arrivato quasi in doppia cifra, è a quota 9 reti. Purtroppo invece Pellegri è sempre tormentato da acciacchi vari che gli impediscono di rendersi disponibile con continuità.   Pesano quindi sia le scelte fatte in estate nello smantellare la squadra e nel doverla poi ricostruire, cosa che è avvenuta tardivamente e in modo non completo, ma anche il  mercato invernale, soprattutto con la cessione di Lukic non sufficientemente compensata dall’arrivo di Ilic e non avere delle alternative che possano sostituire i titolari garantendo prestazioni di livello abbastanza simile. A questo si aggiungono una personalità generalmente non spiccata del gruppo e una qualità tecnica con dei limiti.

Così nell’ultimo periodo la manovra è diventata lenta e anche prevedibile e questo ha influito non solo quando il Torino affronta le “grandi”, ma anche quando gioca con le squadre della parte bassa della classifica. E i risultati certificano questa situazione da Juric definita piatta: nelle ultime nove partite, con Milan, Cremonese, Juventus, Bologna, Lecce, Napoli, Sassuolo, Roma e Salernitana, sono stati conquistati solo nove punti, sono stati segnati nove gol e subiti quattordici con la conseguenza che il Torino è passato dal 7° all’11° posto in coabitazione con l’Udinese e davanti ci sono a un punto il Sassuolo, a tre la Fiorentina e a cinque Bologna e Juventus.

Per la volata finale con tentativo, come spera Cairo, di raggiungere il 7° posto serve quindi ritrovare brillantezza, leggerezza e un po’ di fortuna. Brillantezza nel gioco e nella condizione atletica, leggerezza a livello mentale lasciando fuori dal campo “paure” e pensieri su chi resterà o andrà via, rinnovi e quant'altro e fortuna per quel che concerne gli infortuni e qualche passo falso di dirette concorrenti. Mancano otto partite al termine del campionato, Lazio, Atalanta, Sampdoria, Monza, Verona, Fiorentina, Spezia e Inter, e in palio ci sono ancora ventiquattro punti, lasciando stare i paragoni con la stagione 2013-2014, per cui recuperarne cinque sulle concorrenti e chiudere con un punto in più delle altre è teoricamente possibile, a patto che il Torino torni ad essere la squadra che ha battuto l’Udinese, il Milan, il Bologna e la Fiorentina e non quella vista con la Salernitana, la Roma, ma anche il Sassuolo, la Cremonese, l’Empoli, lo Spezia o il Verona.