Al Torino occorre cambiare marcia: a Mihajlovic il compito di trovare soluzioni
Dopo la sconfitta con l’Atalanta ci si aspettava dal Torino una partita convincente e vittoriosa con l’Empoli, invece, è arrivato un pareggio a reti inviolate che non soddisfa e, soprattutto, non ha dissipato i dubbi sulle difficoltà che sta incontrando la squadra. Gioco, concentrazione, qualità, tenuta fisica sono tutti aspetti che attendono delle risposte. Fa pensare molto il fatto che rispetto alla partita con l’Atalanta non si siano visti particolari miglioramenti, anche se c’è stata una settimana in più di allenamenti. Eppure l’avversario era alla portata, così come lo era la settimana precedente l’Atalanta. Che ci voglia del tempo per amalgamare una squadra che ha cambiato più di un giocatore è pacifico, tanto più se alcuni nuovi arrivati non hanno avuto la possibilità di svolgere la gran parte del ritiro estivo con i compagni perché sono giunti negli ultimi giorni di mercato, però, questo non basta a spiegare perché il Torino abbia raccolto meno di quello che potenzialmente poteva.
In Torino-Empoli ci sono stati molti falli tattici e troppa irruenza da parte di entrambe le squadre. C’è stato pressing, ma non sono arrivati i gol. Tre occasioni del Torino nel primo tempo 7’ Obi ha tirato di sinistro rasoterra e angolato con Skorupski che si è tuffato e ha deviato in angolo. 11’ Acquah ha triangolato con Iago Falque e di testa è andato vicino a segnare. Sul finire del tempo Boyè si è liberato dalla marcatura in area e con il destro ha impegnato il portiere dell’Empoli che ha sventato il pericolo deviando in angolo di pugno. Le occasioni da gol del secondo tempo sono state firmate dall’Empoli al 6’ Gilardino su traversone di Saponara da tre metri ha mancato il tap-in vincente. Al 23’ su tiro di Laurini Hart è intervenuto di pugno evitando pericoli. Infine al 30’ sempre Hart in uscita ha impedito che Pucciarelli gli faccesse gol. Tre occasioni per parte non sfruttate dicono che lo zero a zero alla fine é stato il risultato giusto. Il Torino quando ha spostato la manovra sulle corsie laterali ha fatto vedere qualche sovrapposizione in velocità mettendo in difficoltà l’Empoli. Nella ripresa, però, i granata sono stati troppo attendisti e troppo poco compatti allungandosi e lasciando maggiori spazi agli avversari. Obi ha fatto vedere qualche pressing isolato, ma non era seguito dai compagni. Valdifiori era controllato da Tello e Saponara e non riusciva con continuità ad impostare in modo efficace. Iago Falque e Martinez stavano troppo vicini finendo per non essere determinanti e troppo spesso non riuscivano ad aprire le maglie difensive dell’Empoli. Soprattutto nel secondo tempo troppe volte il Torino si è affidato a lanci lunghi che finivano preda degli avversari. Anche quando il Torino é passato al 4-4-2, con Zappacosta al posto di Iago Falque, non c’è stata la svolta e il cambio di modulo é parso più una mossa per contenere gli avversari e non correre il rischio di perdere il punto garantito dal pareggio.
Le assenze di Ljajic e Belotti, anche ieri hanno svolto un allenamento personalizzato, con l’aggiunta di quella di Maxi Lopez, indisponibile per un’importante sofferenza ai muscoli flessori della coscia destra e anche zavorrato da qualche chilo di troppo, si stanno facendo sentire troppo. E adesso si è aggiunto anche Molinaro che starà fuori molti mesi a causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Anche a centrocampo Valdifiori, arrivato nell’ultimo giorno di mercato, non ha ancora pienamente ingranato e Benassi, Acquah, Baselli e Obi pur mettendoci impegno non riescono ad essere determinanti e del tutto convincenti. La sensazione é che Mihajlovic stia dando un’impronta più aggressiva alla squadra, ma che i giocatori non siano sulla stessa lunghezza d’onda del loro allenatore, forse per carattere di alcuni, forse per mancanza di qualità di altri, forse per poca esperienza di qualcuno, forse per non aver raggiunto ancora il giusto amalgama. Tutto questo si traduce in un avvio di campionato che non ha portato i risultati sperati con troppi punti lasciati per strada soprattutto se si pensa che gli avversari finora sono stati quasi tutti, ad eccezione forse del Milan, meno forti e con ambizioni inferiori a quelle del Torino. Mihajlovic deve trovare una soluzione per rendere più concreta la squadra adattando il gioco e la preparazione alle caratteristiche tecniche, fisiche e caratteriali dei giocatori che ha a disposizione. Con il Pescara serviranno i tre punti per evitare di avere rimpianti e il ridimensionamento degli obiettivi. Ci vorrà anche un po’ di fortuna e in qualche caso attenzione per non avere l’infermeria troppo affollata.