Ad Ascoli meglio mandare la Primavera
“Questa è la miglior squadra che ho mai avuto da quando sono presidente del Torino” disse Cairo, alla conclusione del mercato estivo. “Lerda ora ha una fuoriserie, basta lanciarla” disse Cairo, alla conclusione del mercato invernale. Dopo trentadue giornate e a dieci dalla fine del campionato il Torino è al decimo posto in classifica in coabitazione con il Piacenza, con quarantun punti frutto di undici vittorie, otto pareggi e tredici sconfitte ed ha segnato trentaquattro gol e ne ha subiti trentanove. Se non bastasse, con la sconfitta di Frosinone è alla quarta battuta d’arresto consecutiva in serie B: non era mai successo nella storia granata! Se non bastasse ancora, il Frosinone, penultimo in classifica, nelle partite con il Torino ha conquistato sei punti su sei: il massimo! Ultima ciliegina: Dario Biasi, l’autore del gol partita, è al primo centro in campionato. Ogni commento è superfluo. Quindi l’unica cosa da fare è mandare in campo la Primavera contro l’Ascoli, prossima avversaria del Torino, e continuare così fino alla fine del campionato, almeno si darà la possibilità a dei ragazzi giovani di fare esperienza e di crescere.
La gara con il Frosinone era l’ultima occasione per il Torino, se avesse vinto, di continuare a sperare di poter accedere ai playoff, nel caso che vengano disputati. I granata sono scesi in campo con un nuovo modulo il 3-5-2 varato da Papadopulo per infoltire il centrocampo, in modo da proteggere maggiormente la difesa e allo stesso tempo rifornire adeguatamente le punte per metterle nella condizione di segnare. Il mister ha optato per Pagano nel ruolo di esterno destro al posto di Lazarevic, forse preferendo un giocatore con maggiore esperienza e più scaltro ad uno che ha sempre dimostrato di essere in forma e di avere il coraggio di osare, ma meno navigato. Fin dai primi minuti il Torino è apparso blando. Entrambe le squadre giocavano con il freno a mano tirato, i giocatori si studiavano, rimanendo dietro la linea della palla per proteggersi più che per provare a rendersi pericolosi. Prevaleva il timore di prendere gol. Pratali in avvio si è reso protagonista di due svarioni, per fortuna non sfruttati a dovere dal Frosinone. Ogbonna in qualche occasione non è andato a riprendere la posizione, dopo che si era spinto in avanti. Lui, che è più abituato a giocare come centrale in una difesa a quattro, ha fatto un po’ di fatica posizionato lateralmente con la difesa schierata a tre. In fase di costruzione il centrocampo del Torino non è stato incisivo perché De Feudis, Obodo e Budel non hanno le caratteristiche per spingere e sono abbastanza lenti, poiché sono più propensi all’interdizione. Nel primo tempo il Frosinone è stato più vivace, ma poco incisivo sottoporta. Il Torino, lento e di conseguenza incapace a conquistare gli spazi, si è dimostrato senza idee rinunciando a giocare in fase offensiva. Nella ripresa la musica non è cambiata di molto con i ciociari che subito si sono resi pericolosi e al nono sono passati in vantaggio. Né lo schiaffone del gol subito, né i cambi sono serviti ai granata per agguantare almeno il pareggio. Pratali è uscito per Di Cesare, Garofalo per Lazarevic e poi Antenucci per Pellicori. Con l’ingresso in campo del “Bimbo” almeno si è vista un po’ di mobilità in più, grazie alle sue sgroppate e ad un paio di cross di cui uno, parecchio interessante, per Bianchi che però non è riuscito a spedire la palla in rete. I padroni di casa progressivamente si sono chiusi per conservare il vantaggio e hanno avuto ancora un’occasione per raddoppiare su cross teso di Catacchini, sprecato da ben tre compagni che non sono arrivati in tempo a deviare in rete. Mentre il Torino cercava il pareggio, ma sia Obodo, sia Bianchi, sia Pellicori, sia Budel non hanno inquadrato lo specchio della porta.
Cambiare allenatori, cambiare modulo di gioco: tutto inutile. Cercare di spronare usando anche parole dure o mandando la squadra in ritiro anticipato: non serve. E’ come dare ad uno chef materie prime scadenti: il risultato sarebbe comunque una pietanza indigesta. Questa è una squadra che non saprebbe imporsi neanche nel torneo del dopolavoro. Basta parlare di serie A, basta parlare di playoff. L’Ascoli, che deve recuperare due partite e che ha sei punti di penalizzazione e per ironia della sorte sarà la prossima avversaria del Torino, è a nove punti di distanza ed è la terzultima in classifica: si pensi solo più a non retrocedere in Lega Pro.