A dieci giorni dal ritiro di sicuro al Torino solo l’avvicendamento fra Hart e Sirigu

All’appello mancano un centrale difensivo d’esperienza, un paio di centrocampisti, due esterni alti e un vice Belotti. In più le altre riserve devono essere all’altezza.
04.07.2017 09:16 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
A dieci giorni dal ritiro di sicuro al Torino solo l’avvicendamento fra Hart e Sirigu
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Magari nelle prossime ore il Torino annuncerà ufficialmente l’arrivo di rinforzi per consegnare a Mihajlovic una formazione che possa competere sul campo per l’Europa League, ma finora l’unica cosa certa nell’undici dei titolari è l’avvicendamento fra i pali tra Hart e Sirigu. A dieci giorni dall’inizio del ritiro a Bormio non è molto. Qualcuno dirà che Belotti è ancora un giocatore del Torino e questo non è cosa da poco. Verissimo, ma certezze assolute per quel che riguarda il “Gallo” non se ne possono avere e questo bisogna sempre rammentarlo perché in merito resta la realtà relativa imposta dalla cosiddetta clausola rescissoria che non ha limiti temporali se non quelli della chiusura del calciomercato in Italia che è fissata per il trentuno agosto alle ore ventitré, per alcune destinazioni estere c’è qualche giorno in più.

Se il Torino vuole veramente puntare all’Europa League, dovrà risultare migliore di Fiorentina, Inter, Milan, Lazio e Atalanta, le squadre che nello scorso campionato - escluse le prime tre Juventus, Roma e Napoli - si sono piazzate davanti ai granata. Nella Fiorentina regna un po’ d’incertezza per l’eventualità che i Della Valle possano cedere la società, è innegabile. L’Atalanta ha l’Europa League e questo può distogliere energie mentali, soprattutto, ma anche fisiche per il campionato, ci sta. Tutto questo, però, non può e non deve far credere la corsa per un posto alle posizioni della classifica che contano veramente sia più agevole. Neppure tenendo conto che per le squadre italiane al termine della prossima stagione ci sarà un posto in più in Champions che di conseguenza si riflette anche sull’Europa League.

Mihajlovic, in un’intervista rilasciata al quotidiano sportivo “Gazzetta dello Sport”, di proprietà del presidente del Torino Cairo, ha ribadito, per l’ennesima volta, l’obiettivo per la stagione: “Puntiamo a migliorarci e lottare per un posto in Europa. Il quadro è abbozzato, ora bisogna finirlo. Ma dipenderà anche dal valore degli avversari”. E relativamente ai rinforzi che sono indispensabili per la squadra ha detto: “Mi fido del lavoro del presidente Cairo e di Petrachi. In ogni caso non è un segreto che cerchiamo un altro centrale per aiutare nella crescita i nostri giovani. Un paio d’innesti in mezzo al campo, un paio di esterni alti, oltre a un vice Belotti”. E sul “Gallo” si è così espresso: “Spero che resti e così vuole anche Cairo, che a venderlo non pensa. Poi c’è una clausola rescissoria da 100 milioni. Se qualcuno la versa, arriva un fiume di denaro, ma poi bisogna cambiare modo di giocare perché se pensi solo a sostituire Belotti, peggiori: è difficile trovare un altro che trascini i compagni e faccia 26 reti”. Più chiaro di così, su tutti i fronti, il mister del Toro non poteva essere.

A dieci giorni dall’inizio del ritiro mancano un centrale difensivo d’esperienza, un paio di centrocampisti e due esterni alti, tutti di comprovata qualità, e un vice Belotti. In più le altre riserve devono essere all’altezza. I tifosi del Toro non possono far altro che attendere e sperare che le linee guida tracciate da Mihajlovic siano seguite da Cairo e Petrachi alla lettera.