Ventura: "Ci avviciniamo alla possibilità di diventare"

Il Torino all'andata con il Cittadella era un embrione, oggi è un gruppo più maturo e consapevole. Si cresce quando si sa di avere un presente e un futuro, non per il proprio passato. Giocando bene con il Cittadella si può vincere.
20.01.2012 15:05 di  Elena Rossin   vedi letture
Ventura: "Ci avviciniamo alla possibilità di diventare"
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

Trapela ottimismo in mister Ventura che come di consueto il venerdì si è presentato in sala stampa per la conferenza che precede la partita con il Cittadella. “Questa settimana i giocatori si sono allenati per il piacere di farlo per questo dico, sottovoce, che ci stiamo avvicinando alla possibilità di diventare, ci sono segnali buoni, ma sarà poi il campo a dare i verdetti. Nell’amichevole di mercoledì, seppur disputata con una squadra di Eccellenza, i giocatori hanno a tratti giocato divertendosi, questo vuol dire che vanno in campo con la mente sgombra”.

“Meggiorini è un giocatore che ha caratteristiche da Toro: non molla mai, lavora per i compagni di reparto e per tutta la squadra. Con noi ha fatto solo due allenamenti quindi non si può giudicarlo, ma ho ritrovato un calciatore più maturo di quello che avevo lasciato. Avere più attaccanti non è un problema, basta pensare alla Juventus che in organico aveva Del Piero, Vucinic, Matri, Toni, Iaquinta, Amauri, Quagliarella e ha preso Borriello”.

“La crescita di un gruppo si crea con la crescita di tutto l’ambiente e non con il qualunquismo, tutto ha un senso sa avviene all’interno di un discorso di crescita. Fare il salto di qualità è non sentirsi inferiori a nessuno non per il proprio passato, ma perché si ha un presente e un futuro”.

“Lo sfogo di Bianchi è comprensibile, ma ha sbagliato perché non deve mettere in primo piano il singolo poiché lui non è l’unico giocatore del Torino, è uno dei giocatori, è il capitano. I risultati li ottiene tutta la squadra”.

“Si deve provare a vincere tutte le partite e così faremo anche con il Cittadella che sta attendendo questa gara da tempo: mi aspetto che ci sia una lotta uno contro uno in ogni zona del campo e da parte loro agonismo e pressing. Il modulo, come sempre, dipenderà da come giocheranno gli avversari. Il Cittadella di solito si schiera con il 4-4-2, ma ultimamente ha adottato il 4-3-3 se ci fossero certezze saprei già come far giocare il Torino, ma non è così e quindi dipenderà. Il ruolo di Antenucci  non cambia e se giocheremo con due esterni Surraco troverà spazio”.

“Nei giorni scorsi ho rivisto la gara dell’andata con il Cittadella e c’è da sorridere perché allora eravamo un embrione, mentre oggi siamo più maturi e consapevoli. Per questo sarà una partita diversa e domani dovremo interpretare bene la gara, non c’è la certezza di fare risultato, ma bisogna avere la consapevolezza di quello che si è. Nel girone d’andata il Cittadella è stata una delle pochissime squadre che ci è venuta a prendere nella nostra metà campo. Io non credo alle statistiche, quindi se con il Cittadella giocheremo bene potremo vincere. Per accontentare tutti dobbiamo dare continuità ai risultati sia in casa sia in trasferta”.

“Quando si costruisce un edificio non si inizia dal tetto, ma dalle fondamenta e così abbiamo fatto quest’anno partendo da dove comincia l’azione e cercando di subire meno gol possibili e se ci siamo riusciti i meriti sono della linea davanti. Il passaggio successivo è lo sviluppo della manovra che avviene con il tempo, stiamo lavorando su questo aspetto e miglioreremo. Anche sui giovani stiamo lavorando e fra un paio di anni saranno giocatori completi”.

“De Feudis quando è arrivato non aveva la più pallida idea di quello che facevamo e le sue conoscenze erano di altro tipo, piano piano, anche con sofferenza, è riuscito a crescere e ha ancora margini per farlo e oggi gioca con buona naturalezza. Di Cesare è un buon giocatore, ma non può pensare di giocare al trenta per cento delle sue possibilità bensì al novanta. Glik, invece, è esattamente l’opposto di Di Cesare, ma quest’ultimo non è inferiore a Bonucci, è solo diverso di testa”.

“In palio non c’è chi gioca o chi fa gol, ma la vittoria del Toro tutti i sabati e poi quella finale. Io non ho mai problemi a dire a un mio calciatore se gioca o meno, perché ognuno di loro sa se è nelle condizioni di andare in campo e chi non ci va sa che per il bene comune è meglio che ci vada il compagno, così deve tirare fuori il meglio di sé per poter giocare”.

“Non so se riusciremo a centrare l’obiettivo, ma se lo faremo il Torino si ritroverà con qualche cosa d’importante. Il vero grande problema è che se dovessimo centrare l’obiettivo con la serenità e la crescita allora, se sarò ancora qui, mi assumerò la responsabilità di dire che la squadra stupirà tutti”.