Toro, tutto in novanta minuti
Le premesse non sono delle migliori, perché ancora si continua a litigare perdendo di vista un oggettivo dato di fatto. Al momento la volata tra Torino e Bologna per evitare il terzultimo posto è ancora tutta in discussione, soprattutto partendo dal presupposto che Roma e Catania, le avversarie delle due contendenti, avranno ricevuto dai fatti di domenica scorsa uno sprone ulteriore a onorare il campionato fino alla fine.
Oggettivamente però non si può non riconoscere al Bologna un vantaggio minimo ancorché decisivo. L’esaltazione per una rimonta completata, gli stessi punti del Torino e miglior differenza reti negli scontri diretti: a dimostrazione che non tutte le partite sono uguali, al momento incidono pesantemente il 5-2 dell’andata, con cui Mihajlovic diede il bentornato a Novellino, e soprattutto l’1-1 dello scorso 10 maggio. Una partita specchio del campionato vissuto dalle due contendenti, con i rossoblù poco spettacolari ma bravi nel crescere strada facendo, fino a completare la rimonta. Dall’altra parte un Torino poco fortunato, tra traverse, gol annullati e ingenuità varie, ma anche forse poco cosciente dei suoi limiti di squadra.
Camolese si trova così a non avere più nulla da perdere, visto che ai presupposti di classifica in settimana si è aggiunta la mattanza del Giudice Sportivo, che ha chiuso la stagione – e in certi casi ritarderà la prossima – di sette giocatori granata. Non sarà necessario schierare i Primavera, ma certo la squalifica di massa e gli strascichi polemici del post-Genoa, tuttora vivi più che mai a mezzo web, lasciano pensare a un Toro rassegnato.
Un Toro quasi contro natura, quando invece l’esperienza di domenica scorsa invita tutti – granata e Bologna, ma anche Roma e Catania – a giocarsela fino alla fine piuttosto che piangere in anticipo, e a rimandare ogni polemica alla classifica definitiva. Anche se il ripristino quantomeno degli spareggi in caso di arrivo a pari punti avrebbe portato più equità e molte meno inutili polemiche.