Toro: giocatori abituati a perdere

06.04.2009 16:14 di  Marina Beccuti   vedi letture

Dopo l'ennesima sconfitta, pur covando ancora qualche speranza per la partita in casa contro il Catania, ci siamo quasi convinti si torna in serie B!

 

Non c'è speranza per una squadra che non riesce a segnare uno straccio di un gol neanche a pagarlo oro ... e quanto oro ha versato Cairo nelle tasche degli spuntati ... che non riesce a spingere l'infernale attrezzo rotondo in fondo al sacco.

 

Il gol ci sta lo si può prendere in qualsiasi caso, anche se quello preso da Sereni ieri lo si poteva evitare, ma se purtroppo quando subire una marcatura è sinonimo di sconfitta non c'è più nulla da dire.

 

Forse e per la prima volta bisogna dire le cose come stanno: un gruppo di perdenti cronici così raramente si era visto tutto in una volta.
Troppo avvezzi alla sconfitta e troppo abituati ad errori che non portano a nessuna conseguenza, non tutti chiaro, fare di tutta l'erba un fascio è stupido certo che però un bel 80 % del gruppo non è salvabile.

 

Ma scusate ... Sorrentino - Morero - Mantovani - Marcolini - Luciano - Rigoni - Bogdani - Pellisier - Yepes (e dico Yepes) - Pinzi e Sardo ... chi sono? Giocatori che se avessimo visto con la maglia del Toro, apriti cielo, Cairo sarebbe stato messo in croce ancor di più di quanto non lo sia già stato fatto da qualche addetto ai lavori che, da Ciuccariello in poi, si aggira con il mantello nero e la falce sulla spalla.

 

Questi sono quelli che ne hanno rifilati tre alla Juve, cancellando in un sol colpo i pruriti scudetto e le speranze di salvezza ... una squadra di fenomeni o di onesti mestieranti che ce la mettono tutta?

 

Più Franceschini e meno Rosina nel prossimo Toro, questo speriamo almeno di vedere nella prossima stagione, in qualunque sia la serie in cui si giocherà.

 

E' vero gli arbitri, è vero la congiunzione astrale, è vero che nell'equinozio non ci siamo fatti trovare a pregare in qualche cerchio celtico, ma il refrain è sempre lo stesso: abituati a perdere.

 

Il triste sarà che a parte i contratti in scadenza, chi se li prenderà mai questi illustri perdenti?
E pensare che abbiamo pure perso tempo a commentare il fatto che il gruppo non vuole nessuno agli allenamenti, ora ci sembra che nessuno andrà nemmeno più a vederli, anche perchè ci va del coraggio a prepararsi ed uscire per andare a vedere ed incitare chi entra in campo già sconfitto ancora prima di iniziare.

 

In questa serie infinita di sconfitte quello che più ci infastidisce è la perdita della voglia di vittoria, dell'abitudine a chinare la testa, del continuo sperare in un giorno migliore, il non riuscire mai a godersi una vittoria sportiva ... ci riescono persino con quattro soldi e con giocatori comprati nei saldi, in un quartire di una città che è un terzo di Torino.
Un squadra con poca storia, zero tituli, poco pubblico ... ma con tanta voglia di sudare, di gioire e di vincere.

 

Citiamo Pellisier perchè cresciuto dalle nostre parti: ieri si è preso una manata in faccia da Zebinà, naso rotto. Sdraiato sotto i distinti aspettava che arrivasse il massaggiatore, ma nessuno si muoveva dalla panca del Chievo.
Il "simpatico" Di Carlo gli faceva segno di correre lui verso la panca e non il massaggiatore verso di lui, grande corsa del giocatore, qualche smoccolata, due tamponi nel naso e a fine partita il gol che beffa la Juve, la sua tripletta di giornata ... la differenza sta tutta qui, voglia di soffrire e voglia di vincere, in questo caso la serie A.

 

Aspettando Catania, nella speranza che è sempre l'ultima a morire, ci sentiamo un po' come Benigni e Troisi ... non ci resta che piangere!

 

 

GMC