Torino, i vecchi nodi vengono sempre al pettine
Il Torino ridimensiona le sue aspettative dopo la sconfitta di Cagliari, che pesa ma dice anche qualcosa di positivo, ovvero che, dopo un primo tempo senza personalità, ha ritrovato coordinazione nella ripresa, grazie all'entrata di Verdi e Ansaldi, che hanno fatto la differenza e questa è la nota positiva della squadra, considerando che i due erano infortunati e adesso si sono ripresi. La loro entrata ha coinciso con i due gol segnati dai granata che hanno portato a sperare nella rimonta e magari arrivare al pareggio. Il gol di Joao Pedro su rigore ha chiuso ogni aspettativa per la squadra di Longo. Pedro è un giocatore sicuramente importante, seguito sul mercato dal Torino, che farebbe un bel salto di qualità potesse acquistarlo, insieme magari al sogno Nainggolan, uno dei giocatori più forti che giocano in Italia, ma sarebbe interessante anche pensare a Nandez che, forse, è il più forte di questi tre.
La partita, lo dice il risultato, è stata interessante, vigorosa, giocata anche bene in alcuni frangenti, dove è venuta fuori la personalità e la serenità che Zenga ha dato a questa squadra, e l'elogio al tecnico è arrivato dai suoi giocatori a fine gara. Ma la differenza alla fine la fanno le forze in campo e a livello di organico il Cagliari è più forte. Il Torino può fregiarsi di alcuni numeri uno come Sirigu e Belotti, Ansaldi e se troverà la giusta vena anche Verdi, più una difesa a sprazzi anche forte con Nkoulou. Per il resto non sono giocatori che possono far fare il salto di qualità ad una squadra e anche nel dopo gara di Sky Sport è venuto fuori che questa squadra va rifondata, a ragione.
In sintesi sono venuti fuori i vecchi mali, chiamiamoli fantasmi, come ai tempi di Mazzarri, un tempo buono e uno pessimo, ma le partite vanno giocate per intero e bisogna sempre essere sul pezzo, con i cambi giusti, ma soprattutto con la testa e il fisico che reggano tutte le situazioni di una partita. Sotto questo aspetto Longo dovrà ancora lavorare, ma avendo a disposizione gli stessi giocatori di Mazzarri sarà difficile cambiare una mentalità che forse è intrinseca nella testa dei singoli giocatori.