Torino, Delio Rossi?
Cairo e Foschi stanno valutando i pro e i contro di ogni candidato e dopo un venerdì che ha sistemato quasi tutti i tasselli in serie A, oltre a Beretta e Colantuono, si affacciano due nomi nuovi sul tavolo del presidente e del ds: Delio Rossi e Marco Giampaolo. Il primo si è preso un paio di giorni di tempo prima di dare una risposta a Cairo, che venerdì pare lo abbia cercato, per sondarne la disponibilità. Certo, scendere in questa serie B con pochissimo appeal televisivo, è come finire nel dimenticatoio, ma Delio Rossi ricorda come le sue fortune più recenti siano partite nel 2002, quando accettò di ripartire dalla categoria inferiore con il Lecce, riportato subito in A e poi salvato con largo anticipo, prologo (dopo l'intermezzo di Bergamo) a un quadriennio ricco di soddisfazioni con la Lazio, coronato dalla conquista della Coppa Italia.
L'ingaggio non dovrebbe essere un problema insormontabile, visto che a Roma Lotito certo non ricopriva d'oro il suo allenatore. Discorso che vale anche e soprattutto per Giampaolo, che ha deciso di lasciare Siena dopo dodici mesi. Zonista cresciuto (come Allegri e Gasperini) alla scuola di Galeone, Giampaolo ha fatto cose incredibili ad Ascoli, poi ha avuto alterne fortune a Cagliari, prima di una stagione importante alla guida del Siena. Che aveva rilevato da Beretta, che resta ancora uno dei papabili, anche se Cairo e Foschi vogliono battere anche altre strade. Forse perché sanno di avere già in tasca un preaccordo con l'ex leccese o con Colantuono. La scelta del nuovo allenatore porterà poi a fare ragionamenti anche sul mercato, soprattutto in uscita, mentre sarebbe fondamentale riuscire a trattenere almeno Bianchi.
Se il Toro è ancora nel limbo (anzi, all'inferno, se si pensa alla prossima categoria), la Juve ha deciso di affidare la sua voglia di tornare a vincere a un uomo che da giocatore conosceva benissimo la strada che porta al successo. Ciro Ferrara ha sfruttato benissimo la chance che gli è stata concessa a due partite dalla fine, dopo l'addio a Ranieri: ha ridestato dal torpore una squadra che era entrata nel tunnel, ha ricompattato lo spogliatoio e proprio i giocatori, specie quelli della vecchia guardia (che erano stati compagni del Ferrara giocatore) hanno dato il loro benestare, prima che fossero i dirigenti a fare la loro scelta, con la benedizione di John Elkann e della proprietà.