Tardelli: "Si può giocare al caldo. Come si fa a scegliere chi va allo stadio e no?
Marco Tardelli, candidato alla successione di Damiano Tommasi alla guida dell'AIC, ha parlato di questa ripresa del calcio a Radio Punto Nuovo.
“In questo momento non posso prendere nessuna decisione, non faccio parte di nessuna componente".
Sugli orari del campionato ha commentato: "Sono 10 partite su 120 che si giocano un po' più al caldo, si può fare. Proposta di Ulivieri? Ho fatto il calciatore ed ho avuto infortuni con la temperatura sotto zero ed a 35°C. Si può dire tutto, sono tutte posizioni credibili, ma dire che a 35° ci sono meno infortuni, non lo so. I giocatori che arrivano più preparati, saranno sicuramente meno esposti, ma certamente allenarsi a casa è diverso".
Tardelli tergiversa sui contratti in scadenza al 30 giugno, mentre il campionato è ancora in corso, mentre sul fondo di solidarietà ha commentato: "Dai bilanci si evince che l'AIC aveva a disposizione abbastanza fondi e quindi doveva mettere qualcosa in più del milione. Non guido l'AIC, sicuramente conoscono le loro risorse. Hanno pensato che questa fosse un'alternativa valida. Bisogna capire perché l'AIC non ascolta il pensiero dei giocator"i.
Sulla quarantena obbligatoria ha aggiunto: "L'Italia è un Governo diverso da quello spagnolo o tedesco. È una decisione del Governo e bisogna seguire il loro protocollo. C'è stata molta confusione, siamo giunti ad un accordo tardi, ma adesso si parte e speriamo che la fortuna sia dalla nostra parte".
Sugli stadi parzialmente aperti ha detto: "Sarebbe bello capire come decidere di portare 8.000 persone e non 60.000. Se decideranno per la parziale apertura, lo accetterò, ma come fai a scegliere chi deve andare e chi no? Io non ho mai giocato a porte chiuse".