Sibilia, LND, si lamenta del nuovo format di Coppa. Come dargli torto?
Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, con un post su Facebook, ha voluto esprimere il proprio dissenso sulla scelta di escludere i club dalla Coppa Italia: "Dopo giorni passati ad ascoltare discorsi per una maggiore considerazione del calcio di base, ecco arrivare l’esclusione dei club di #SerieD dalla prossima #CoppaItalia. È la perdita di una prospettiva: in altri paesi i dilettanti giocano contro le big, persino sul proprio campo".
Un commento che apre una profonda riflessione sul mondo del calcio, a poche settimane dall'annuncio della Superlega, un torneo riservato a pochi con il solo scopo economico celato dietro all'offerta di un maggiore spettacolo per il pubblico. Riservato a pochi, certo, così come sta accadendo alla Coppa Italia da ormai troppo tempo, con il contentino offerto ai club meno blasonati esclusi dal sorteggio per il campo nel caso arrivino a certi livelli della competizione ed obbligati a giocare in trasferta rispetto a chi è più forte. Basta vedere le differenze, sia di organizzazione che di impegno, tra la Coppa Italia e la FA Cup inglese, per accorgersi che il secondo trofeo italiano è stato trasformato ormai da due decenni in un circolo chiuso, pieno di comparse penalizzate a dismisura. Perché allora non riservare tale competizione solo alle prime otto della Serie A?