Senza Praet non è Toro

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Il Torino da quando ha perso, per infortunio in allenamento a inizio febbraio, la qualità tecnica, le geometrie e le intuizioni sulla trequarti di Dennis Praet ha fatto registrare un tracollo nelle prestazioni e soprattutto nei risultati: la media punti a partita è passata da 1,8 a 0,4! Anche la media realizzativa è scesa in modo clamoroso: con lui un gol e mezzo ogni 90’, in sua assenza 0,6.

I vecchi saggi sostengono che si avverta davvero l’importanza di qualcosa, o di qualcuno, soltanto nel momento in cui la si perde, scrive Tuttosport riferendosi all’assenza di Praet del quale la squadra granata sente eccome la mancanza. Riprova, due sole prestazioni gagliarde, con Juventus e Inter, e per il resto quattro punti conquistati e la miseria di cinque gol realizzati nelle ultime otto partite. E questo porta, inevitabilmente, a una prima riflessione sul futuro, dato che il belga è arrivato la scorsa estate dal Leicester in prestito con diritto di riscatto a 15 milioni. Tanti per un giocatore sbarcato con l’etichetta dell’infortunato cronico, nomea che purtroppo non è stata smentita: prima un fastidio al bicipite femorale tra settembre e ottobre, e poi l’evento traumatico al Filadelfia sfociato in un’infrazione ossea del quinto metatarso del piede destro che ha portato all’operazione e non gli permetterà di rientrare prima di maggio.

Il club granata sta facendo le sue valutazioni: un rinnovo del prestito o un cospicuo sconto sul prezzo potrebbero essere una strada gradita. Anche perché Juric non vorrebbe rinunciare, come non ha mai fatto quando Praet ha potuto essere convocato magari solo all’ultimo, a un giocatore che dà equilibrio e fa girare la squadra intorno a sé con uno stile di gioco forse poco appariscente, ma molto concreto e spesso verticale. Un gioco di certo più efficace rispetto a quello di un Pjaca insipido, di un Linetty scivolato nel dimenticatoio o, ancora, di un Seck e di un Warming troppo acerbi.