Sacerdote negli spogliatoi: Lazio benedetta
Ora sulla Lazio c’è anche la benedizione. Lavorare sul campo e impegnarsi a più non posso va bene, soprattutto in un periodo così sfortunato. A volte però serve quel qualcosa in più ed ecco che il presidente Lotito si presenta a Formello, poco prima dell’inizio dell’allenamento, con un sacerdote. Non per servire la messa, bensì per benedire la squadra. E non si pensi a una cosa grottesca o a un esorcismo come accadde l’anno scorso prima del preliminare di Champions, perché non lo è. E’ una cosa diversa. La seduta di lavoro viene rimandata per qualche minuto, con il prete che, entra negli spogliatoi, saluta i giocatori, recita qualche preghiera e benedice la Lazio con l’acqua santa.
Ci sono tutti, o quasi. Il clima è disteso, sereno e tutto finisce in pochi minuti. Oggi ci sarà la risposta sul campo. Per la prima volta non ci sarà nessun argentino nell’undici titolare. Non era mai accaduto in questa stagione, anche perché Ledesma e Zarate hanno sempre giocato. Entrambi però saranno assenti: il centrocampista per infortunio, l’attaccante per squalifica. L’unico superstite è Carrizo che però siederà in panchina, visto che in porta per la quarta volta consecutiva ci sarà Muslera.
La curiosità però riguarda il ritorno in panchina di un cognome importante in casa Lazio, ovvero quello di Mancini. Ovviamente non si tratta di Roberto, bensì di Francesco, il baby-fenomeno della Primavera. Per l’ennesima volta, la terza di fila dopo Mendicino, Tuia e Faraoni, Rossi ha dovuto chiamare un calciatore delle giovanili. Sono solo 17 i calciatori a disposizione di Rossi. Oltre a Ledesma e Zarate, non ci saranno De Silvestri, Del Nero, Diakité e Meghni. E così è arrivato il turno di Francesco Mancini, altro gioiello della formazione di Sesena ora impegnata al Viareggio (oggi c’è l’ultima gara con l’Anderlecht). Mancini, classe ’90, è un giocatore dalle spiccate doti offensive.