Raduno Granata Pesaro, Patrignani: “Affinché il Toro abbia un futuro Cairo deve venderlo e andarsene”

Raduno Granata  Pesaro, Patrignani: “Affinché il Toro abbia un futuro Cairo deve venderlo e andarsene”
Marengo, Bruno, Patrignani
© foto di Elena Rossin
Ieri alle 18:15Notizie
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Lo spirito granata è vivo più che mai, anche se da tempo si assiste a tentativi di farlo sparire. Si è respirata aria granata a Pesaro ieri. Un’aria, ancor più salutare di quella salmastra del mare, che ha lenito le ferite dovute a anni di mediocrità sportiva e degranatizzazione del Torino, un’aria che ha rinfrancato così i tifosi del Toro presenti  al Raduno organizzato da Mario Patrignani e giunto alla sua quarta edizione.  Così come era avvenuto il 4 maggio a Torino con i tifosi granata che arrivati da ogni dove hanno marciato in più di 20.000 per le strade del capoluogo sabaudo mostrando al mondo la loro fede, il loro amore per il Toro e la ferrea volontà di chiedere al presidente Cairo di vendere la società e andarsene, lo stesso è accaduto a Pesaro. Un Raduno festoso, all’insegna del colore granata dove bambini e meno giovani, uomini e donne hanno potuto vivere un pomeriggio e una serata di fratellanza insieme a Pasquale Bruno, capitano ad honorem e primus inter pares del popolo che rivuole un Toro degno di tal nome, che sia in linea con la storia e che rappresenti davvero i tifosi e lo spirito granata.

Una festa che è iniziata con la commemorazione al  Monumento Grande Torino con la lettura dei nomi degli Invincibili declamati da Davide dei Senzagiacca. Sempre un momento toccante che non solo rende omaggio a Valentino Mazzola e compagni, ma che serve anche a ricordare quanto il passato del Torino è stato glorioso, il Grande Torino infatti vinse 5 scudetti di fila e 1 Coppa Italia. E poi il Raduno, che ha avuto il patrocinio della Città di Pesaro, è proseguito con la Marcia sul lungomare caratterizzata dallo sventolio delle bandiere granata e dai cori per supportare il Toro alternati ad altri di ribellione e contestazione nei confronti di Cairo e in generale della dirigenza. A dare il la alla Marcia è stato Valerio Liboni che alla Sfera Grande di Pomodoro ha intonato l’inno del Torino da lui scritto “Ancora Toro” e poi i tifosi granata hanno sfilato con bandiere e vessilli percorrendo il lungomare e arrivando ai Bagni Lallo, dove nel ristorante si è svolta la cena, sold out con 140 persone. Non sono stati pochi i turisti che hanno apprezzato questa manifestazione fotografando i tifosi granata e alcuni hanno chiesto informazioni sul perché di questo evento e ne hanno condiviso lo spirito dando il loro appoggio morale perché il Torino è ben voluto anche da chi calcisticamente non è di fede granata. 

La cena è stata allietata dalle canzoni di Valerio Liboni con brani dedicati al Torino e non solo. Fra gli ospiti anche l’avvocato Gigi Marengo, che con gli altri “lodisti” riuscì, dopo il fallimento, a far iscrivere il Torino in Serie B e iniziò a costruire la squadra prima che il Torino Fc fosse acquistato da Urbano Cairo, da Oscar dell’Osservatorio Granata, dal giornalista e conduttore di “Domenica Toro”, trasmissione in onda la domenica pomeriggio su GrpTv, Alessandro Costa e da chi scrive. Prima dell’inizio della cena hanno preso la parola Mario Patrignani, Pasquale Bruno, acclamatissimo da tutti i presenti e al quale Patrignani ha regalato un bottiglione di vino delle Marche, l’avvocato Marengo e Davide dei Senzagiacca ha voluto rendere omaggio a Bridget Biancardi, grandissima tifosa del Toro scomparsa prematuramente: “Ragazzi vi chiedo gentilmente di alzarvi in piedi, pochi mesi fa noi abbiamo perso una ragazza, Bridget, una persona che arrivava dallo Sri Lanka che si è innamorata del Toro come tante persone italiane, ma vedere una persona che arriva da un altro continente che si innamora con la passione che l’ha contraddistinta è una grandissima cosa per cui mi piacerebbe ricordarla, non dico con un minuto di silenzio però stando in piedi le abbiamo reso omaggio. Un applauso per Bridget”. E poi nel corso della serata è arrivato anche Alessandro Loris Bonesso, autore del secondo gol del famoso derby che il 27 marzo del 1983 il Torino ha vinto battendo in rimonta la Juventus per tre a due in meno di tre minuti (gli altri due autori delle reti furono Dossena, che realizzò il primo, e Torrisi che fece il terzo quello che sancì la vittoria). Bonesso oltre a narrare quel suo gol e altri aneddoti ha poi anche invitato i presenti a raccontare le loro emozioni di quel 27 marzo e come hanno vissuto quella partita.  

Il discorso di Mario Patrignani – “Ragazzi che spettacolo! Il grande cuore granata Pasquale Bruno (ed è subito partito il famoso coro: “Pasquale Bruno picchia per noi”), il salvatore del Toro Gigi Marengo, il nostro cantore Valedio Liboni, la giornalista di Torinogranata.it Elena Rossin e Alessandro Costa giornalista e conduttore di “Domenica Toro” trasmissione di Grp Tv, il nostro Oscar di Osservatorio Granata, Giovanni, che ci ha fatto un grande onore ad essere qui, il signore che ha esposto in piazza San Carlo lo striscione “Cairo Basta!” e, naturalmente saluto col cuore in mano, i tanti Toro Club e tantissimi tifosi granata da Reggio Emilia, Cento, Torino, Giulianova, Jesi, Teramo, Forlì, Rimini, Macerata, Offida, Bologna, Modena, Rovigo, Mantova, Como, Verona, Lodi, Civitanova Marche, Arezzo, Senigallia, Stradella, Repubblica di San Marino, Urbino e Parigi. Qualcuno mi sarà sfuggito, abbiate pazienza. I più grandi rappresentanti del popolo granata.
Allora, questo raduno di interesse nazionale è stato talmente importante che il comune di Pesaro ci ha concesso il patrocinio, è una cosa grossa perché è una cosa e Pesaro travalica i propri confini.
Sono ormai 21 anni di calvario dovuti a un Presidente che non ci rappresenta. Solo contabilità, degranatizzazione, il Torino trasformato in una macchina da soldi in mezzo a tante incompetenze, nessun rispetto per i tifosi, per la storia leggendaria del Toro. Per noi il Toro di Cairo è un fallimento. Affinché il Toro abbia un futuro è indispensabile che se ne vada, se ne deve andare.
Noi abbiamo cominciato anni fa a contestare, ma senza le Curve Maratona e Primavera la nostra protesta non poteva che essere velleitaria, però come per incanto la Maratona con i suoi nuovi capi è uscita prepotentemente dalla narcosi. L’Italia granata s’è desta! Il 4 maggio scorso il popolo granata è sceso in piazza per una fantastica giornata di amore e di lotta. Eravamo in 25 mila a urlare ininterrottamente per tre ore: “Urbano Cairo devi vendere, vattene vattene!”. E questo Raduno si propone come continuazione della Marcia fantastica del 4 maggio, vero spartiacque della lotta anti-Cairo. Lo stesso spirito travolgente del 4 maggio, amore e lotta, deve essere la base per una contestazione sempre più potente. Bisogna unire le forze, basta personalismi tra i tifosi. Ogni tifoso, purtroppo, ha la sua formuletta magica per fare in modo che Cairo vada via, ma non si può contrastarlo, avendo lui una potenza mediatica, andando in ordine sparso ecco perché ci vuole una regia che unisca le contestazioni e le coinvolga in una strategia unica.
Marengo e Oscar il vostro compito è quello di creare a Torino questa regia, altrimenti in ordine sparso siamo come delle anatre zoppe. Quindi Marengo e Oscar davanti a tutti devono prendersi questa responsabilità perché devono organizzare una contestazione, certamente civile, ma incessante dentro e fuori lo stadio. Una contestazione sempre più potente fino a quando lui se ne andrà. Cairo vattene, Basta!”.

L’avvocato Pierluigi Marengo, definito da Partigiani il presidentissimo perché senza di lui il Toro altrimenti sarebbe sparito – “Vedere tutte queste persone vestite di granata è un piacere per il corpo per l’anima, per gli occhi e per tutto. Noi oggi siamo in balia di un Presidente, purtroppo fu con la mia firma che lui si è preso il Toro, che da vent’anni ripete ogni volta “non avevamo neanche i palloni”. E allora ho pensato a qualcosa per non farglielo più ridire: a fine settembre vado con 50 palloni a Milano alla Rcs a portarglieli, gli porto i famosi 50 palloni che lui continua a dire che non gli ho dato all’epoca e chi vorrà venire con me è il benvenuto. Questo per dire che lui sta “uccidendo” il nostro essere, i nostri valori, la nostra storia. Ma io sono convinto che questa situazione durerà ancora per poco. Forse l’anno prossimo a luglio potremmo essere qui da Mario Patrignani a festeggiare qualche cosa di diverso dal solito. Buon appetito!”.

Il popolo granata è più vivo che mai e non si stancherà di dimostrare l’amore per il Toro lottando, pacificamente, per riavere un squadra in linea con la storia e i propri valori e una nuova dirigenza che condivida davvero, non a parole ma con i fatti, lo spirito granata.