Perinetti: "Ventura è un grande! Ora il Torino è ad un bivio..."
Il noto direttore sportivo Giorgio Perinetti, in una lunga intervista rilasciata ai colleghi di Tuttosport, ha parlato di Giampiero Ventura, per il quale nutre profonda stima e anche del Torino: "Agli inizi degli Anni 90 ero un giovane dirigente del Napoli post Maradona, con Ferlaino presidente. Fabrizio Salvatori, che poi è stato dirigente del Torino di Cairo, era molto amico di Sergio Borgo, che ai tempi era alla Pistoiese. Quella squadra era allenata da Giampiero Ventura: ci siamo conosciuti, abbiamo parlato, mi sono trovato di fronte un tecnico preparato e dalle idee innovative. Andò poi al Giarre, con l’intenzione mia nella stagione successiva di portarlo a Palermo. Poi non è stato possibile e alla fine lo ha preso Zamparini a Venezia".
Si aspettava che il Toro potesse ripetersi dopo gli addii di Cerci e Immobile?
"Sì, perché non è facile sostituire gente come Immobile e Cerci, ma quando hai un’idea di calcio, puoi cambiare gli interpreti e il risultato rimane sempre di alto livello. Ventura è uno dei pochi istruttori di calcio in Italia: è uno straordinario insegnante, capace di valorizzare il patrimonio tecnico".
La crescita di alcuni elementi lo dimostra: lei a Palermo forse non si aspettava che Glik e Darmian sarebbero esplosi.
"Diciamo che la retrocessione del Palermo in serie B ha complicato la situazione: a quel punto per noi tenerli sarebbe stato difficile e il Torino ha potuto approfittarne. Il club adesso, grazie a Ventura, ha un modello sul quale costruire il proprio futuro".
Lo stesso Ventura tuttavia è chiaro: la società granata deve dare un segnale.
"Diciamo che il Torino è a un bivio. Da una parte c’è la possibilità di alzare l’asticella e avere ambizioni sempre più alte. Oppure si può essere chiari e rimanere a galla, senza pretendere la luna. Ma questo dipende dalla società, come è normale che sia. E’ evidente che tenere i migliori giocatori sarebbe il primo passo per puntare in alto".
Lei chi blinderebbe?
"Glik, perché incarna i valori e l’immagine del Torino, quello che conosciamo e quello che ci è stato raccontato".