Novarello e la lezione del Novara
Massimo De Salvo è l’amministratore delegato del Novara, club appena promosso in serie B dal girone A di Prima Divisione della Lega Pro. Un campionato trionfale, quello degli azzurri di Tesser, che hanno riconquistato la cadetteria dopo un purgatorio nelle categorie minori durato 33 anni.
Molti i meriti dello staff direttivo e tecnico della società piemontese, abili nell’assemblare un gruppo comunque di primo livello e in grado di farsi rispettare anche in serie B cambiando solo alcune pedine. La gestione della rosa e il turn over sono stati gestiti con grande discrezione.
Il vero fiore all’occhiello del Novara, e in generale di un calcio italiano statico ai limiti della deriva, è il centro sportivo di Novarello. Un gioiello invidiato anche da molti club della massima serie.
Massimo De Salvo, appena insediatosi ai vertici del club azzurro, ha capito subito che il centro sportivo è la casa di una società calcistica e rappresenta l’elemento fondamentale per fare bene in questo settore imprenditoriale con caratteristiche del tutto peculiari. A chi gli chiede quali sono le ragioni che spingono a investire nel calcio, De Salvo risponde che si è rifatto all’esempio di presidenti che stanno anche venti anni alla guida dei loro club e non hanno certo gettato al vento il proprio denaro. Senza contare che il calcio può essere un grande compattatore sociale e un imprenditore può creare ricchezza nel suo territorio anche attraverso il calcio.
Esattamente quanto è accaduto con Novarello, la casa del Novara. Un centro sportivo interamente di proprietà della famiglia De Salvo che ha acquistato i terreni nel giugno 2007 mettendo in campo un investimento di circa 10 milioni (non ci sono stati interventi economici da parte del Comune di Novara). La ricettività alberghiera salirà presto a cento posti e sarà realizzato anche un palazzetto dello sport.
Un bel punto di partenza per progettare la salita in serie A.