Lotito, Moggi? Da cattolico non demonizzo nessuno
«La mia impostazione cattolica mi porta a non demonizzare nessuno». Così il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha commentato l'ipotesi di un ritorno di Luciano Moggi nel mondo del calcio con un ruolo operativo, diffusasi nei giorni scorsi e smentita ieri dal Bologna, il club a cui era stato accostato il nome dell'ex dirigente juventino al centro dello scandalo di Calciopoli. «Non entro nel merito, ho grande rispetto delle persone, a prescindere da ciò che rappresentano a livello mediatico e morale - ha spiegato Lotito al suo arrivo in Lega calcio - la mia impostazione cattolica mi porta a non demonizzare nessuno. Io ho fatto una scelta, di restare totalmente indipendente da qualsiasi sistema, e non ho mai avuto rapporti con lui perchè ritengo che la Lazio debba essere autosufficiente». Sulla questione ha detto la sua anche Giorgio Perinetti, oggi direttore sportivo del Bari, che con Luciano Moggi ha lavorato anni fa al Napoli. «È una situazione difficile da interpretare. Se si parla di un suo ruolo da consigliere, - è convinto Perinetti - chiunque può andare a cena con chi gli pare. Se si parla invece di un ruolo operativo, bisogna muoversi nel rispetto delle regole. Luciano è stato importante nel calcio, ed è amico di molti di noi, ma il sistema deve avere delle regole all'interno delle quali bisogna muoversi». Più pungente Leandro Cantamessa, legale di fiducia e consigliere d'amministrazione del Milan, con chi gli chiedeva un'opinione sul desiderio di Moggi di tornare nel mondo del calcio. «I desideri non sono vietati e puniti da nessuna norma regolamentare...».