Il Toro non si piega

24.11.2008 17:10 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Alessandrorosina.it

È stato Toro, questo basta ed avanza, ma intendiamoci subito non è stato solo cuore ed orgoglio, la squadra di De Biasi ha saputo sciolinare calcio, davanti al Milan dei fenomeni con il tridente tutto brasiliano, calcio vero, fatto di sofferenza, tecnica, organizzazione di gioco, sacrificio, coraggio, intensità ed emozione.


La squadra del Toro. Un gruppo che ha ritrovato come per incanto il suo fenomeno Rosina, ma non solo, perché di squadra si tratta e non solo di un'accozzaglia di nomi più o meno eclatanti e soddisfacenti. Allora ecco l'eterno Stellone, uno che superati i guai fisici ha dimostrato che nella massima serie ci può stare ed anche largo, uno che a luglio parte sempre dalla tribuna per poi ritrovarsi in campo nei momenti che contano. Accanto a lui Dzemaili, lo svizzero dal cuore caldo, che dopo un primo tempo con il freno a mano tirato, mostra nella seconda frazione che il centrocampo granata, sa costruire gioco, come e quanto quello del Milan. Un Barone rigenerato nello spirito dalla presenza in campo dello svizzero, un giocatore nuovo per certi versi a Torino, che di certo non ha lesinato sacrificio e sudore nel tentativo di arginare Kakà. Un Barone che ha giocato un'infinità di palloni (bene o male è un giudizio troppo sintetico), che è stato sempre presente nel gioco, che sicuramente può ancor migliorare dal punto di vista qualitativo, ma che da quello quantitativo non mi è parso secondo a nessuno. Ma il Toro è stato squadra anche in difesa, con Natali una spanna su tutti gli altri, bravo sia nel gioco aereo, dove a mio parere eccelle, bravo anche nelle chiusure e nei raddoppi su un Ronaldinho e Pato. Ancora, lo stesso Rubin, che trovata l'intesa che serve con Rosina, può essere devastante su quella fascia, ma anche Pratali o Sereni sempre su standard elevati. Ma anche Bianchi, Colombo e Diana hanno fatto la loro parte.


Insomma Un Toro che mi è piaciuto nella sua totalità, perché è stato squadra, ancora di più quando si è trovato in svantaggio, cioè nella difficoltà, davanti ad un Milan che fa del possesso palla la sua arma più efficace.

La partita è stata di una intensità emotiva devastante per noi che il Toro lo portiamo nel cuore, con i granata che giocano meglio del Milan fino al gol di Stellone, imbeccato in area da Rosina al venticinquesimo minuto di gioco, per poi lasciare spazio e campo ai rossoneri per i venti minuti restanti. Il Milan ribalta il risultato in dieci minuti, prima con Pato che sfrutta al meglio una verticalizzazione di Gattuso, poi con una punizione magistrale per potenza e precisione di Ronaldinho. Il Toro chiude il primo tempo con un pericoloso colpo di testa di Rosina servito da Rubin.


Nella ripresa dopo la fiammata iniziale di Pato, che si ritrova a tu per tu con Sereni, il Toro prende con decisione il comando delle operazioni, e sfiora il gol con Dzemaili, Bianchi e Stellone.
Al settantaseiesimo lo show del Capitano del mio Cuore.


Rosina prende palla sul cerchio di centrocampo, porta avanti la palla e chiede il triangolo a Stellone che serve Rubin sulla fascia, Matteo restituisce palla al capitano, che entra in area, dribbla sullo stretto Gattuso, mette palla in mezzo, e Kaladze la intercetta con la mano, è rigore, poco da dire.


Rosina sul dischetto contro Abbiati, uno che a Torino di rigori ne aveva parati più di uno calma serafica del capitano, anche se quel rigore poteva dire moltissimo in entrambe le eventualità, Abbiati da una parte, palla dall'altra.
Finisce due a due, con il Toro che trova a mio parere più di quanto il punto possa dire.

Chiudo, e non potrei fare altrimenti, con due parole su Alessandro.
Non era certo questa la partita che poteva dirci qualcosa in più sul Capitano, tecnicamente o moralmente che sia, poi è ingiusto sia per Rosina che per qualsiasi altro giocatore.
Certamente, non era facile presentarsi su quel dischetto, sbagliare quel rigore, ed i rigori si sbagliano quando pesano sulle gambe e sulla testa, poteva dare addito a tante cose.
Essersi presentato lì, dice tanto, ma solo per chi ha la facoltà di capire le cose, senza che ci sia il bisogno di qualcuno che le scriva.


Quanto alla partita ed alla prestazione, per usare parole di Alessandro, riferite alla precedente stagione: "E' stato un Rosina normale".


Aspettiamo con pazienza un "Rosina Super", ne sono certo, non tarderà, intanto godiamoci questo Rosina "normale", che di normale ha poco, almeno per noi che continuiamo ad amarlo così com'è.



Flavio Bacile per Alessandrorosina.it