Il Palazzetto dello Sport di Torino vuole essere intitolato a Nelson Mandela
Il palazzetto dello sport del parco Ruffini dovrà essere intitolato al Premio Nobel Nelson Mandela. Questa è la richiesta che il Sindaco Piero Fassino, d’intesa con l’Assessore Stefano Gallo, ha fatto pervenire alla Commissione Comunale per la Toponomastica, presieduta da Giovanni Maria Ferraris.
“Torino, - ha affermato l’Assessore Gallo - la Capitale Europea dello Sport nel 2015, vuole ricordare così l’uomo che riuscì ad unire il Sudafrica anche attraverso una partita di rugby, perché come disse Mandela, lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di unire la gente. Con questo spirito di aggregazione e di solidarietà che ha contraddistinto la vita di questo grande uomo – ha proseguito l’Assessore - intendiamo lavorare affinché la Città possa onorare il titolo di Capitale Europea in ricordo di un grande maestro di sport”.
Nota
Nelson Mandela, oltre ad essere stato una figura politica importante, viene ricordato come l’uomo che attraverso lo sport, ed in particolare il rugby, ha portato il Sudafrica a superare l’apartheid. Nei lunghi anni passati nel penitenziario di “Robben Island”, Nelson Mandela ha imparato una lezione importante sulla natura unificatrice dello sport, il suo valore politico e la sua capacità di indicare la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Attraverso il rugby Mandela pose le basi per abbattere il regime di apartheid e diventare il primo Presidente nero del nuovo Sudafrica.
Molti gli sport amati e praticati dal premio Nobel, come ad esempio il pugilato, attività praticata anche durante gli anni di prigionia e grazie alla quale il leader sudafricano ha sempre mostrato un fisico robusto e asciutto.
Durante il periodo di carcerazione Mandela, il prigioniero numero 46664, rinchiuso nella cella cinque del blocco B, cercò di capire il gioco della palla ovale. Gli piaceva il rugby, ma non ero un fanatico come molti afrikaners. Si può dire che la sua conoscenza del rugby sia cresciuta insieme a questo gioco. Sentiva i guardiani che parlavano sempre di rugby e cominciò a pensare che fosse uno strumento per avviare un rapporto personale, intuendo che questo sport porta individui anche molto diversi ad essere una squadra.
Il calcio è stato un altro degli sport amati da Mandela. In occasione dei Mondiali del 2010 fece la sua ultima apparizione pubblica. Rimase memorabile il suo giro di campo con in braccio la Coppa del Mondo. Amò anche molto il tennis, ed in particolare lo stile di John McEnroe. Il tennista statunitense dopo aver ricevuto i complimenti di Madiba, salì su un aereo per il Sudafrica dichiarando: “Adesso so che la mia vita non è stata inutile”.
Torino 19 dicembre 2013
Comunicato 702/13