Il mercato del Toro: è il mercato dei dubbi

di Gian Paolo Ormezzano per La Stampa
25.06.2012 15:02 di  Giulia Borletto   vedi letture
Il mercato del Toro: è il mercato dei dubbi
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Quanto brucia la perdita di Antenucci, mica nascono tutti i giorni attaccanti che fanno pure i gol e sembrano pure affezionati al club, mica solo al contratto. Chi se ne frega della perdita di Antenucci, noi che abbiamo visto Mazzola e Meroni. Sicuramente se non si è trattenuto Antenucci è perché ci sono altre soluzioni, magari il ritorno di Antenucci per altre vie, magari l'arrivo di Maxi Lopez. Macché altre soluzioni, si aspetta come al solito l'ultimo giorno del mercato sperando di poter fare qualche colpaccio. Ultimo giorno vuol dire sognare più a lungo, stai vedere che abbiamo anche questa fortuna e non ce ne siamo mai accorti. Intanto è stato riscattato Darmian. Non facciamo ridere, Darmian non è un Maicon giovane. Ma Cairo ha o no i soldi? Li ha, li ha, adesso ci sono i grossi diritti televisivi. Li ha ma non li butta via, li investe sui giovanissimi, ad esempio al posto di Ebagua. Li ha ma a priori i soldi del Toro sembrano anzi sono sempre pochi di fronte a quelli che la Juve spende a mano a mano che vengono esposti i suoi progetti ufficiali di rigore finanziario.

C'è spazio per queste e altre considerazioni nella mente rodata e anche nella grande anima del tifoso granata. Grande Anima, gli indiani chiamavano così Gandhi, «mahatma», e il tifoso granata un bel po' gandhiano è, mai pensato? Digiuna sempre, è magro di speranze, vive in una immensità di sentimenti. Personalmente riteniamo che neanche il giornalista cresciuto a pane e volpe sa la verità in tema di mercato. Nel senso che c'è sempre una trattativa subacquea in più, un impegno sotterraneo in meno, una stretta di mano di troppo, ed anche qualche verità pregressa, addirittura così impalpabile da non essere stata rilevata neanche da tutti gli attori del copione: per esempio Tizio viene ceduto per chiari motivi tecnici ma intanto aveva fatto la mano morta con la bella del presidente, o del mister.

Sapere di non sapere è già un bel punto di partenza, neanche umiliante se si sta in compagnia, talora con gli addetti ai lavori. Prendiamo per esempio il caso Bianchi. Tutto secondo noi è deciso da tempo. Non sappiamo come, sappiamo che. Nostro parere: Bianchi intermittente ma sempre pronto all'uso può essere un forte valore aggiunto, Bianchi ad un'altra squadra italiana di A è uno che di fisso ci fa almeno un gol la prima volta che gioca contro il Toro, poi non festeggia e sai che soddisfazione.

Gli stessi sogni hanno per un granata risvolti speciali, contengono blandizie ed agguati in egual misura. Da tempi antichissimi (Vieri? Castellini? Marchegiani? persino agli inizi di Bacigalupo mica eravamo sazi) sognamo un grande portiere, adesso i portieri sono cinque e di colori assortiti, non sappiamo bene chi giocherà, nei giorni scorsi ci avevano fatto sognare persino il portiere della Nazionale greca, poi abbiamo televisto lo scampato pericolo.

Ecco, scrivere un articolo sul mercato del Toro è, di questi tempi, particolarmente difficile per mancanza di articoli sicuri. E giuriamo sulla testa di Bianchi, che ancora sia benedetta, o sulla tibia di Antenucci che non facciamo nessun gioco di parole.