I giornalisti de La Gazzetta dello Sport protestano contro GazzaBet

18.09.2014 11:04 di  Marina Beccuti   vedi letture
I giornalisti de La Gazzetta dello Sport protestano contro GazzaBet
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sta dilagando la pubblicità di società di scommesse, che sono, diciamola proprio tutta, poco etiche, soprattutto nello sport, così come nel calcio, già compromesso con la storia del calcioscommesse. Ma sembra che solo questo genere di società abbiano effettivamente il denaro per sponsorizzare squadre e, a quanto pare, pure giornali. 

In questi giorni è successo che i giornalisti della Gazzetta dello Sport hanno comprato una pagina su Repubblica per scrivere una lettera di protesta contro le decisioni commerciali prese dalla RCS, proprietaria del loro giornale.

RCS ha deciso di legarsi ad un sito di scommesse online he è un vero e proprio prodotto a firma Gazzetta, in quanto GazzaBet è una società che ha tra gli azionisti RCS Media Group, che edita Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport dove, come tutti sanno, nel cda ci sono alcuni presidenti di calcio, come Agnelli, della Juventus, Cairo del Torino e Della Valle della Fiorentina, oltre a John Elkann e Pietro Scott Jovane.

Questo il testo della lettera:

Care lettrici e cari lettori,
in questi giorni, sulle pagine del Corriere della Sera , è in corso la campagna pubblicitaria per lanciare «GazzaBet», un sito di scommesse online associato alla Gazzetta dello Sport , il quotidiano sportivo leader in Italia edito da RcsMediaGroup.
In calce alle paginate di pubblicità, scritte con un carattere piccolissimo, compaiono due avvisi che sono invece di fondamentale importanza e sui quali, dunque, richiamiamo la vostra attenzione. La prima: «Il gioco è vietato ai minori e può causare dipendenza patologica».

Come dire: RcsMediaGroup si sta avventurando in un campo minato, in un settore controverso, ad alto tasso di rischio sociale e completamente estraneo all’attività editoriale dell’azienda. Anche la seconda avvertenza è riportata in una noticina quasi illeggibile: «GazzaBet non coinvolge le strutture giornalistiche di Rcs». Le lettrici e i lettori devono sapere che questa iniziativa non solo «non coinvolge» i giornalisti della Gazzetta dello Sport , ma anzi è stata pensata e attuata contro il parere della redazione.

Certo, un editore è libero di pianificare lo sviluppo della propria intrapresa. Ma non è questo il tema in discussione. Peraltro né il Comitato di redazione (Cdr) del Corriere della Sera , né il Comitato di redazione della Gazzetta dello Sport hanno mai negato negli ultimi due anni la necessità di trovare nuove fonti di ricavi.

Il punto è che stiamo andando fuori strada. Da mesi il Cdr della Gazzetta dello Sport si sta sforzando di dimostrare che puntare su un sito di scommesse significa semplicemente sfigurare l’identità, la reputazione, il prestigio del quotidiano sportivo di gran lunga più importante in Italia.

Il Cdr del Corriere condivide in pieno e appoggia la protesta dei colleghi della Gazzetta, e ha sollevato il caso intervenendo nell’assemblea dei soci Rcs nel maggio scorso. Inoltre da almeno due anni il Cdr del Corriere della Sera chiede all’azienda di mettere al centro del necessario rilancio i contenuti editoriali, siano essi pubblicati sull’edizione di carta, sul sito del Corriere o sulle piattaforme digitali. Questo confronto è quanto mai urgente.

Il marketing è una funzione essenziale per ogni azienda e quindi anche per la nostra. Ne siamo pienamente consapevoli. Come pure sappiamo che in Europa e nel mondo esistono decine di esempi di promozione editoriale che valorizzano il lavoro giornalistico nelle sue varie forme, senza scivolamenti in territori estranei e pericolosi per la reputazione dei giornali.


Il Comitato di redazione del Corriere della Sera