Guberti a TMW: "Che disperazione non poter dare una mano al Toro"
Sarebbe dovuto essere uno dei punti di forza del gruppo di Ventura. Purtroppo Stefano Guberti, da oltre un mese e mezzo, è solamente un eccellente infortunato, vittima della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Il rientro dell'esterno sardo è previsto per marzo, e nel frattempo osserva la bella realtà tinta di granata, con uno sguardo al suo recente passato vissuto tra Roma e Genova.
Come procede il recupero?
"Bene, a parte un piccolo intoppo di venerdì scorso: mi hanno trovato delle piccole cisti nel ginocchio, sono quindi stato costretto ad operarmi per rimuoverle. Questa settimana l'ho dedicata tutta alla fisioterapia, quindi. Settimana scorsa ero già sul campo, correvo e facevo esercizi con la palla".
Il Torino intanto vola verso la Serie A. Dispiace non poter dare una mano?
"Disperato più che dispiaciuto. Scherzi a parte, sono naturalmente felice che le cose stiano andando benissimo, così posso concentrarmi senza fretta sul mio recupero. Prima dell'inizio del campionato non avrei mai scommesso sul Toro in cima alla classifica. E il merito è di tutti. Sarebbe riduttivo parlare dei vari Bianchi, Ogbonna, Darmian, Ventura...anche chi ha giocato poco ha dato il massimo, e va quindi riconosciuto un grande impegno di tutta la rosa. Vogliamo riportare il Toro in Serie A".
A proposito di Ogbonna: sarà difficile trattenerlo a Torino.
"Sapevamo che era forte, ma è davvero impressionante. Se ne sono accorti tutti di lui: da Prandelli ai club più forti d'Europa. Se il Torino dovesse centrare la promozione, il presidente potrà ottenere una cifra importantissima per Ogbonna. Poi andranno valutati altri aspetti. Naturalmente mi auguro che resti con noi, anche se si merita di giocare in una grande squadra".
Dal futuro di Ogbonna a quello di Guberti.
"Dispiace non poter dare un contributo a questa stagione così importante per noi. Voglio dimostrare alla dirigenza del Toro che posso essere utile anche in Serie A. Vorrei poter ritagliarmi un ruolo importante qui, piuttosto che tornare in un club, magari anche più importante, che mi dia però meno chance di giocare".
Il riferimento va alla Roma?
"Sì. Anche se questo cambiamento della Roma mi ha sorpreso. Luis Enrique ha dato una nuova identità e un nuovo gioco alla squadra. Una cosa difficile da vedere in Italia: si vedono i giovani in campo".
Rimpianto di essere andato via?
"No, però dico che è un peccato essere andato via prima di questo cambio di mentalità".
Chiosa sulla Samp.
"Dispiace che al momento non stia lottando per la Serie A. Sogno una Toro e Samp promosse, insieme. Sarà dura, ma possono ancora farcela. La Serie B è tosta, cambiano tante cose. Faccio un grande in bocca al lupo ai miei ex compagni".