Goal.com - Le cinque colpe di Cairo
Quando le cose vanno male paga sempre il mister e a De Biasi è già successo tre volte. L’anno scorso era subentrato a Novellino a metà aprile, dopo la cocente sconfitta del Toro a Genova contro i rossoblù.
Lunedì il viaggio è stato inverso, dopo 15 turni di serie A e a seguito della pesante sconfitta contro la Fiorentina, Novellino ha rilevato la panchina del tecnico di Sarmede. Tuttavia non tutte le colpe sono da attribuirsi a De Biasi, anche Cairo deve fare un mea culpa e cercare di evitare in futuro di compiere altri errori fatali, perché per due volte il Toro si è salvato dalla retrocessione anche per un pizzico di fortuna, ma non sempre le cose possono finire bene.
I tifosi vogliono finalmente una squadra che sappia stare stabilmente a metà classifica. Proviamo ad analizzare i cinque errori che il presidente granata, a nostro avviso, ha compiuto in questi suoi primi tre anni e mezzo di presidenza.
Urbano: accentratore di potere
Cairo vuole delegare pochissimo ai collaboratori e ancora non si avvale di un direttore generale, che i tifosi vedrebbero bene della vecchia guardia, uno come Zaccarelli per esempio, che sappia gestire lo spogliatoio. Cairo oltretutto sta quasi sempre a Milano ed è accusato di essere poco presente a Torino.
Il viavai dei direttori sportivi
Partendo da Salvatori, passando per Tosi e al duo Lupo/Antonelli, fino all’attuale ds Pederzoli, il presidente granata ogni anno ha cambiato il responsabile di mercato. Anche questo aspetto è indice di non continuità e la dice lunga su come sia difficile andare d’accordo con il massimo dirigente granata. Pederzoli è bravo, ma troppo poco comunicativo, lo dice la gente, l’ha ammesso il presidente.
Allenatori usa e getta
Stesso discorso dei direttori sportivi, poca continuità nel gestire lo spogliatoio, con troppi mister presi, lasciati a se stessi e poi esonerati. I tre addii e altrettanti ritorni di De Biasi sono quasi una barzelletta. Anche questo è indice di confusione nel settore tecnico.
Troppe carezze a Rosina
Al Toro esiste anche un problema Rosina, evidenziato dalla contestazione dei tifosi che hanno preso particolarmente di mira il capitano granata. Cairo non ha mai nascosto il suo affetto per Rosinaldo, ma il fantasista potrebbe aver approfittato della situazione. Si mormora che abbia fatto il bello e cattivo tempo negli spogliatoi, senza avere ancora acquisito il piglio del leader.
Società in crisi d’identità
La tifoseria organizzata delle curve che alza la voce e vuole avere potere decisionali, i troppi spifferi che escono dagli spogliatoi e vanno ai media, giocatori lasciati soli a se stessi, sono un indice che la società granata è ancora troppo debole per tenere testa ad un ambiente spesso in subbuglio.