Gallipoli, parlano i calciatori
Senza retribuzioni e senz'acqua calda per le docce, ma anche costretti a pagarsi le spese mediche. Finanche - due di loro - costretti ad allenarsi con una divisa diversa "perché giocatori indesiderati alla società".
E' un vero e proprio documento di accusa quello sottoscritto dai giocatori del Gallipoli nei confronti della società guidata da Daniele D'Odorico e reso pubblico nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata, nonostante il silenzio stampa imposto dai dirigenti giallorossi. Un atto assai duro che si conclude con un impegno: "Intendiamo ribadire - è scritto - che combatteremo fino alla fine per mantenere la squadra in serie B".
I giocatori hanno voluto spiegare in modo particolareggiato i motivi della protesta che hanno messo in scena ieri sera contro il Grosseto (per 40 secondi sono rimasti fermi con le spalle rivolte alla tribuna centrale), nonostante mister Giannini abbia cercato di dissuadere i calciatori. E così hanno illustrato i vari 'incidenti di percorso' con cui, dall'inizio della stagione, hanno dovuto convivere.
Parlano a turno tutti, con i testa i cosiddetti 'senatori' Grandoni, Pederzoli e capitan Scaglia. Si comincia dalle difficoltà logistiche ed organizzative durante gli allenamenti: provvediamo autonomamente e di tasca nostra - hanno detto - all'acquisto di mensole, stufe elettriche, vista la mancanza di impianto di riscaldamento che ci costringe a fare la doccia a casa.