Claudio Nassi: "Nel calcio conta il fatto tecnico, tutto il resto è noia!"
Quasi mi vergogno nel leggere che dalla stagione 2009/2010 non vinciamo una coppa in Europa. E' l'Inter di Mourinho. Eppure siamo l'Italia, con 4 stellette sulla maglia per i Mondiali vinti, secondi con la Germania, alle spalle del Brasile pentastellato. Continuo a domandare che cosa è successo, se non siamo stati presenti al Mondiale 2018 in Russia e non lo saremo in Qatar. Ma dove si vuole andare se le poltrone di vertice sono occupate da chi non dovrebbe. Non è la testa a far muovere le braccia e le gambe nel modo giusto? E quando pensi all'industria più importante del Belpaese gestita in modo approssimativo, vien da ridere o, come vogliono altri, da piangere.
Se il conto al ristorante lo fa la bistecca, nel calcio tutto dipende dalla partita della domenica. Per questo privilegio il fatto tecnico, da cui discende il business. E la prima causa è la scuola di Coverciano. Si dovrebbe partire da lì per la rinascita. Non so da quanto lo dico e la cosa non sarà presa mai in considerazione, perché giusta. Mi diverto a insistere che in due anni si potrebbe rimettere il treno sui binari. Ma chi ascolta? A chi interessa? L'importante è mantenere il posto, andare sui giornali, dire ovvietà e non fare nulla, come vuole il comandamento principe: tutto cambi perché nulla cambi. Quindi nessuno avrà da recriminare. Bisognerà attendere, come dice Sua Eccellenza Carlo Mazza, che ci pensi lo Spirito Santo.
Detto della Nazionale che, dopo il disastro con la Macedonia del Nord, ha visto tutti rimanere al proprio posto, se guardo alla nostra Toscana trovo la seconda e la terza città, Prato e Livorno, nei Dilettanti e Arezzo, Siena, Lucca, Pontedera, Pistoia e Grosseto a vivacchiare in terza serie, col solo Empoli in A. Un miracolo a nome Fabrizio Corsi. Ho l'impressione che il calcio non interessi a nessuno, per la gioia di chi comanda, perché è l'oppio del popolo, serve alla politica e non morirà mai. L'importante è e sarà mantenere poltrona e prebende. Allora non rimane che accontentarsi dell'elezione di Giancarlo Abete alla Presidenza della Lega Nazionale Dilettanti con il 100% dei voti e del fatto che il Presidente dell'AIA, Alfredo Trentalange, dopo un inizio sofferto, abbia conquistato tutti. Il calcio offre questo. Tutto il resto è noia!