Chantal Borgonovo: "La battaglia contro la stronza continuerà"
Chantal Borgonovo è senza dubbio una donna coraggiosa e lo sta dimostrando anche ora che il suo Stefano non c'è più, in quanto ha dovuto arrendersi alla stronza, come l'ha sempre chiamata lui, che ha lottato fino all'ultimo nella speranza che si trovasse la cura giusta per poterla guarire. Intervistata in esclusiva da www.udineseblog.it, la signora Borgonovo non demorde e continuerà a lottare, nel nome del marito, perchè la ricerca avanzi.
"Tutto ciò che mi sento di esprimere è solo un grande e sentito grazie a tutto il mondo del calcio, a tutti gli amici di Stefano che ci sono stati vicini durante questi sette anni e che sento sempre accanto. Stefano ha voluto esporsi per poter essere d'aiuto e dare voce a tutti coloro che voce non hanno. Dal mondo del calcio abbiamo sempre avuto aiuto e sostegno a dimostrazione che questo gioco di squadra ha fatto squadra contro la Sla", ha cominciato Chantal Borgonovo.
Per lavorare al meglio sulla ricerca ci vuole tanta conoscenza della malattia, per questo il mondo del calcio, con il suo forte potere mediatico può essere importante: ""Eppure, io posso dire che lo ha fatto e sta continuando a farlo. Mi fanno davvero piacere gli omaggi che tante persone vogliono rivolgere a Stefano: il trofeo a lui dedicato che Milan e Fiorentina stanno organizzando; l'idea di intitolare a lui il centro Sportivo di Giussano; l'intenzione della Nazionale italiana Homeless di partecipare ai Mondiali in Polonia (dal 10 al 18 agosto) con il lutto al braccio in sua memoria. Sono gesti importanti che dimostrano che si vuole portare avanti il messaggio in cui Stefano ha sempre creduto: tenere alta l'attenzione su questa terribile malattia affinché con l'aiuto di tutti si possa cercare di arrivare a sconfiggerla. La più grande paura di Stefano non era la morte, ma il terrore di perdere la vista e quindi non poter più comunicare".
Chantal Borgonovo ricorda ancora: "Lui se ne è andato all'improvviso, in un momento di serenità quando meno se lo aspettava. Forse dietro a tutto questo, alla sua storia, al suo percorso, c'è un disegno troppo grande che solo il tempo svelerà. Io so che la battaglia non è finita con la sua morte, perché io e la mia famiglia la porteremo sempre avanti. Per questo voglio ringraziare di cuore tutti coloro che sono al fianco della Fondazione Stefano Borgonovo e tra queste persone anche la signora Giuliana Pozzo che con la sua Onlus 'Udinese per la vita' ha riservato a Stefano il 'Progetto Borgonovo'. Se la Fondazione esiste è proprio grazie al mondo del calcio e noi non permetteremo che la battaglia di Stefano finisca, la porteremo avanti perché ci crediamo e perché non vogliamo che l'impegno di mio marito venga vanificato".
La signora Borgonovo spiega altre iniziative: "Ho già incontrato Platini, che mi ha impressionato per la grande umanità dimostrata, e Blatter, che pure non farà mancare il suo sostegno. Tutti, per quanto possono, vogliono rendersi utili. Per quanto riguarda me, con la Fondazione Stefano Borgonovo, continuerò a seguire la ricerca del Professor Angelo Vescovi con la sua Neurothon: dopo la prima fase della sperimentazione, in cui si è proceduto al trapianto di cellule staminali cerebrali umane (fase terminata con successo il 22 marzo), siamo pronti per la seconda fase, che partirà a novembre. Parallelamente, cercheremo di sviluppare la ricerca epidemiologica, procedendo all'incrocio e all'analisi dei dati, prima in Lombardia e poi in tutta Italia. C'è davvero tanto da fare e nessuna voglia di fermarsi. Per questo bisogna far sapere che tutto quanto ci arriva, per noi è vitale, perché la battaglia continui!"