C’è il protocollo: la Serie A corre verso il 28 maggio, la data decisiva
Frecciate, veleni, attesa. Un protocollo che era pronto da giorni, e che infatti parla del 18 maggio come se fosse una data posta nel futuro. E che finalmente è arrivato: nella giornata di venerdì, l’Ufficio per lo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dopo le anticipazioni di Vincenzo Spadafora, ha pubblicato ufficialmente il documento che consentirà la ripresa degli allenamenti di squadra. A partire da domani, di fatto, i giocatori potranno tornare a lavorare in gruppo, senza il maxi-ritiro e soprattutto senza lo spauracchio di dover fermare tutto in caso di nuovo contagio. Basterà, a quel punto sì, isolare l’intero gruppo squadra in una sorta di bolla sterile, ma gli allenamenti potranno proseguire, con un sistema di test ancora più invasivo rispetto a quello previsto in tempi standard.
Ora il protocollo per le partite. È in fase di ultimazione, a scriverlo ci pensa la Serie A: è ormai evidente che tutto passa attraverso via Rosellini, anche perché è il campionato che ha più urgenza di ripartire. Le basi saranno due: il protocollo per gli allenamenti e quello della Bundesliga. Dato che il contatto tra giocatori è previsto anche nelle sessioni collettive, infatti, non vi sono particolari problematiche sotto quel profilo. Le novità riguardano principalmente l’accesso agli impianti sportivi e in generale gli spostamenti, nonché i rapporti con gli altri addetti ai lavori (per esempio i giornalisti, che di fatto potrebbero vedere fortemente limitato il proprio lavoro e di conseguenza il diritto di cronaca). Il tema resta però quello del nodo quarantena e qui appunto viene in aiuto il modello tedesco: per evitare nuovi stop del campionato, in caso di nuova positività il protocollo deve necessariamente prevedere l’isolamento del solo soggetto interessato, senza necessità di fermare l’intera squadra e soprattutto quella avversaria. O al massimo (e questa è la soluzione che probabilmente ha già messo d'accordo tutti) una quarantena breve (7 giorni anziché 14, o anche meno), il solo tempo necessario per consentire di effettuare i tamponi. Una potenziale contraddizione, se vogliamo, dato che per gli allenamenti si prevede appunto l’isolamento fiduciario dell’intero gruppo squadra. Ma tutto parte dal presupposto che, alla ripresa del campionato, l’andamento del contagio sia ancora meno preoccupante rispetto a oggi. E i numeri dei bollettini degli ultimi giorni fanno ben sperare sotto questo punto di vista.
Il 28 la data decisiva. Sul punto, sarà cruciale il responso del Comitato Tecnico Scientifico. Lo stesso Spadafora ha assicurato che farà in modo di averlo pronto per venerdì 28 maggio: a tal punto, evidenziare che tra l’invio del protocollo per gli allenamenti dalla FIGC e la pubblicazione ufficiale sono passati quasi sette giorni non è un dettaglio. In quella data, in ogni caso, il ministro per lo Sport incontrerà le componenti federali, a partire dal presidente FIGC, Gabriele Gravina, e dal presidente di Lega Serie A, Paolo Dal Pino. Da questo vertice emergerà una risposta concreta sulla possibilità per il massimo campionato di ripartire: la speranza dei club è che si possa giocare già il 13 giugno, ma il 20 diventa una data sempre più plausibile. Come? Se non sarà possibile giocare tutte le 124 partite da recuperare, la strada dei playoff e dei playout è stata già delineata dal Consiglio Federale. E risolverebbe molti problemi.