Carlo Nesti, esonerare o no Franco Lerda?

06.02.2011 15:46 di  Giulia Borletto   vedi letture
Fonte: Federico Freni per carlonesti.it
Carlo Nesti, esonerare o no Franco Lerda?
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© foto di Alberto Mariani

A poche ore dalla fine della partita le considerazioni sono queste: 1) i tifosi contestano tutto e tutti ma sopratutto Cairo e la dirigenza. Tale ulteriore presa di posizione è piuttosto giustificabile. I risultati non arrivano e nonostante il buon mercato invernale il Torino è nuovamente al bivio, prossimo ad esonerare un altro allenatore. 2) L'esonero di Lerda confermerebbe l'ennesimo errore in fase di impostazione progettuale. Per questo e forse per darsi ancora una chance, in primis a se stesso, Cairo potrebbe ancora temporeggiare fino alla prossima sfida di Novara, auspicando nell' "impresa" di una vittoria che possa fungere da propellente per l'inversione di tendenza. 3) Nonostante la sconfitta e nonostante i più svariati commenti, non si può accettare l'idea che il Torino sia una squadra scarsa. Non lo è. E' tra le più forti - come organico - della Serie B. 4) Sarà banale ma è sempre meglio ricordarselo: avere un organico altamente competitivo non equivale ad esserlo poi concretamente sul campo. 5) La mia idea su Lerda è che sia un fantastico allenatore per giocatori-soldati affamati e non affermati capaci di obbedire ciecamente ai suoi dettami, correre ai 300 all'ora per tutti i novanta minuti e praticare calcio soltanto attraverso un'organizzazione di gioco impostata dall'allenatore secondo le sue convinzioni (es: 4-2-3-1). 6) Con l'attuale rosa ed il livello medio basso della serie B non serve un allenatore maniacale, un tecnico che privilegia i movimenti, gli schemi ma che non eccelle sul piano motivazionale, nel garantire serenità ai giocatori e la giusta dose di personalità. Non serve un allenatore seguace di quella scuola 'sacchiana' che annovera tra le proprie fila esponenti come Sacchi, Zaccheroni, Zeman ecc ecc. Attenzione: Non serve se non gli si può concedere tempo, perchè a volte non bastano neanche sette mesi ma ci vuole un'intera stagione di preparazione al fine di conseguire, in quella successiva, risultati prefissati e sopratutto un impianto di gioco stabile che ci si porta poi dietro in qualunque categoria e contro ogni avversario. 7) Paradossalmente, e concludo, ora al Toro serve un allenatore molto meno bravo di Lerda ma più esperto, più gestore delle risorse umane e che chieda un calcio più semplice ai giocatori. Un tecnico che punti sulla qualità dei singoli e sappia traghettare ( e sottolineo traghettare) questa squadra alla serie A. In giro ci sono decine di figure disponibili. Che fare dunque? Perseverare nel progetto Lerda con tutti i rischi che si stanno materializzando ora o provare a prendere la scorciatoia di un nuovo e "normale" allenatore? Se la piazza fosse differente, più piccola e tranquilla non ci sarebbero dubbi di sorta ma siamo a Torino e la storia cambia.