Cairo-Bertarelli: che svolta per il Torino!

23.03.2009 12:06 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: tuttosport

Il Toro ha un piede in serie B e il cuore fuori dall’alfabeto. Novelli­no pure: salta o non salta è stata la battaglia, interna ed esterna al Tori­no, che dal dopopartita è arrivata fino all’alba. Non c’è neanche da parlare sulla sconfitta di ieri. Il pro­blema non è ieri. Ma il problema è l’allenatore? No, non può esserlo, anche se oggi è probabile che salterà e al suo posto arriverà Papadopulo o Camolese. Esonero? Esonero: la carta della disperazione è pur sem­pre una carta. La classifica condan­na i granata meno dei fatti, le nove giornate ancora da giocare danno più speranze di Papadopulo o Ca­molese o Pinco Pallino. E che il cam­bio in panchina sia la carta della di­sperazione è certo. Ieri Cairo, al di là di quanto oggi saprà abilmente dissimulare, è stato profondamente scosso dalle invettive con cui l’han­no benedetto parecchi tifosi. Inevi­tabile, alla fin fine ci si regala sem­pre un unico responsabile. Pure la foschia prima o poi si dirada.

Eppure - Novellino sì Novellino no ­la notizia più clamorosa potrebbe essere un’altra, quella dell’autoeso­nero. Termine colorito ma per nulla ingrato, anzi. Le voci che da setti­mane danno come ben attiva una trattativa per l’acquisto del Torino si sono ingrossate, fino a definire un territorio (la Svizzera), una cas­saforte (l’elvetica banca Ubs) e infi­ne un nome. Che non è Ciuccariel­lo, bensì Ernesto Bertarelli. Sì, il pa­tron di Alinghi, l’italiano naturaliz­zato svizzero che ha un capitale sti­mato in quasi 9 miliardi di dollari. Ordunque, se l’indiscrezione fosse confermata dall’effettiva chiusura positiva della trattativa, è evidente come il tifoso del Toro dovrebbe ve­ramente erigere un monumento a Urbano I accanto al Caval d’brons.