A tu per tu con... Tesoro
Non parlate di trattativa avanzata. Perché per adesso non è così. Antonio Tesoro, imprenditore impegnato nel settore siderurgico, interessato all'acquisizione del Lecce insieme a suo padre Savino, ai microfoni di TuttoMercatoWeb prova a fare chiarezza. Con un accenno al passato, non troppo lontano. Due anni fa infatti i due imprenditori erano interessati a Torino e Bologna.
Tesoro, partiamo dall'inizio. Chi è la vostra famiglia?
"Una famiglia di imprenditori che da trent'anni ha sviluppato il proprio mondo lavorativo nel settore della siderurgia e ultimamente ci stiamo occupando dei veicoli elettrici. Abbiamo costruito dei centri commerciali e siamo appassionati di calcio. Ora infatti sono il responsabile dell'area tecnica del Como".
E forse diventerete i nuovi proprietari del Lecce.
"C'è stata una chiacchierata, ma di concreto per ora c'è poco. Anche se a leggere i giornali pare che siamo già i nuovi proprietari del Lecce. Dopo l'esperienza di Torino e Bologna, qualora la cosa non si concretizzasse sembreremmo dei mitomani. E non vogliamo passare per tali. Non è sicuramente una cosa imminente. Stiamo valutando. Nelle prossime settimane ci saranno altri incontri, vedremo se sarà fattibile. Però non riusciamo a comunicare questa cosa, perché a leggere i giornali sembra che la trattativa sia chiusa".
E invece?
"Non siamo alla fase finali. Anche se abbiamo avuto il piacere di conoscere il Dottor Semeraro, con cui s'è parlato non solo di Lecce. Oggi non so dire se sia una cosa fattibile".
Perché Lecce?
"Per interessi che abbiamo sul territorio e la volontà di fare un'esperienza importante nel calcio, Lecce può essere un'esperienza interessante. Ma dobbiamo ancora vedere se ci sono i presupposti. Bisogna capire le loro richieste e molto altro. Abbiamo conosciuto Giovanni Semeraro ora stiamo venendo a conoscenza della situazione del Lecce. Ma ripeto, non è una cosa imminente"
Quali progetti per il Lecce, qualora la trattativa andasse a buon fine?
"Siamo abituati a fare i progetti quando le cose possono essere realizzabili. Se sarà così, poi faremo il nostro progetto tecnico ed economico. Non è il caso di fare proclami, perché la trattativa non è ancora cominciata. E poi oggi non possiamo mica fare nulla...ci auguriamo che la squadra rimanga in serie A e successivamente si vedrà. Anche se nel caso di serie B tenteremmo di risalire. Ma per ora sono solo ipotesi".
Disponibili ad acquistare il club anche in B, quindi.
"Sì, ma dovrebbero cambiare determinate valutazioni a livello economico. Ovvio che un brand in serie A valga un tot. e in B un altro. Ecco perché dico che in questo momento la cosa non può essere concreta. Per forza di cose, qualora la cosa diventasse concreta, se ne dovrebbe parlare a giugno".
Passiamo al calcio giocato. Il Lecce sta risalendo.
"Secondo me il Lecce ha pagato un po' il non progetto che c'era sulla squadra. Quando non c'è una proprietà si perdono dei punti, ma ora il Lecce mi sembra squadra. Pare aver acquisto le caratteristiche di Cosmi, ossia tenacia e grinta. E poi ci sono buoni giocatori. La salvezza è possibile".
Tesoro confermerebbe Serse Cosmi?
"Calma. Non corriamo. Non sono calato nel progetto tecnico, quindi non posso espormi. Per il Torino si parlò di Allegri che era a Cagliari e di Delio Rossi, ma era impossibile. Ora però sono focalizzato sulla Lega Pro, perché collaboro con il Como. Quindi c'è un po' di differenza (sorride,ndr). Ma vi chiedo di specificare che per ora non c'è niente di avanzato, vedremo tutto prossimamente".
Torniamo indietro di due anni. Alle voci su Livorno, Torino e Bologna.
"Spinelli perse in casa contro il Siena e dopo la partita disse che gli sarebbe piaciuto dare la squadra a noi. Ma non ci sentivamo da due mesi. Da lì poi sembrava che il Torino fosse in vendita e ci contattarono per vendere la società, ma non la proprietà in prima persona. Cairo in realtà però non ha mai voluto vendere il Torino, un giorno doveva darci tutte le carte, che però non ci ha mai dato. E quindi non s'è fatto nulla. Mentre con il Bologna la cosa fu concreta"
Attorno al vostro nome c'è parecchio scetticismo. Come se lo spiega?
"Secondo me è dovuto alla disavventura capitata con la Pro Patria l'anno scorso. L'abbiamo rilevata dal fallimento e mantenuta spendendo soldi importanti per la categoria. Poi s'è deciso che la società non era più di nostro interesse e così abbiamo palesato la volontà di disimpegnarci. E all'epoca la società era in attivo, con un milione di crediti. Poi per evitare il fallimento abbiamo ripreso la società e ceduta ad una persona seria. Se avessimo voluto far fallire la società non avremmo fatto così".
Quindi, se i Tesoro acquistassero il Lecce, i tifosi potrebbero stare tranquilli.
"Non si compra una società per fare male. Naturale che si provi a fare il meglio possibile. Si sta andando verso un calcio azienda, Lecce è una piazza importante e qualora dovessimo acquistarla sicuramente cercheremmo di fare del nostro meglio. Ma ora è prematuro parlarne...".