Sensounico, a suon di Toro. Toro versione Halloween: da paura! (ovvero: il tempo delle pere, ovvero: adesso basta 2.0)

31.10.2013 11:32 di  Marina Beccuti   vedi letture
Sensounico, a suon di Toro. Toro versione Halloween: da paura! (ovvero: il tempo delle pere, ovvero: adesso basta 2.0)
© foto di Sensounico

Torno a ribadire ciò che avevo espresso nel precedente articolo: ma perché mi devo sbattere per trovare un qualcosa di divertente da scrivere, qualche analogia con la mia passione che mai mi tradisce (la musica), quando l’altra mia passione continua a deludermi, farmi venire mal di stomaco e soprattutto che mi toglie il sorriso? Basta!

A Livorno abbiamo visto anche questo: un Toro in versione Halloween che ha deciso di ripercorrere il classico copione della festa di Jack Lantern, ossia quello di far resuscitare i morti. Perché, parliamoci chiaro: gli amaranto del buon Nicola sono davvero poca cosa, in un momento di crisi totale figlio delle 4 sconfitte consecutive e dal 2 a zero subito dai granata in meno di dieci minuti. Ma la domanda sorge spontanea (cit. Antonio Lubrano): ma perché resuscitiamo sempre i morti degli altri e mai i nostri?

Black out totale incredibile, inspiegabile, intollerabile. 2 a 2 con una difesa imbambolata, nemmeno degna di una serie B di media classifica. Soprattutto sul secondo gol di Greco, subito con uno degli schemi che vorrebbe veder applicato  Ventura dai suoi attaccanti! Padelli toglie le castagne dal fuoco almeno in tre circostanze  ma infila le pere nella propria rete (rimanendo in tema di frutta), imbarazzante coi piedi e nelle uscite. Gioco scolastico, fatto di tanti passaggi (sbagliati) ma soprattutto retropassaggi. Gioco che si sviluppa con palla a Cerci e “speriamo nei Santi” (anche qui per rimanere in tema di calendari!). Ma ormai anche i muri hanno capito questo gioco che non riesce a produrre più niente se Alessio non è in serata o, come al Picchi, raddoppiato o triplicato dai difensori avversari o se il gioco viene sviluppato sull’altra fascia. Barreto davvero impalpabile, El Kaddouri inesistente (e vorrebbe tornare a Napoli? Forse tra un paio di lustri!)

Ma la chicca vera e propria, che è il riassunto della festa celtica delle zucche, sta tutto nel terzo gol: il giorno del compleanno di Maradona, un brasiliano di nome Emerson (il meno famoso degli Emerson che conosciamo) porta palla incontrastato, ubriaca di finte (anche con le sopracciglia) i nostri centrocampisti e lascia partire un tiro dai 35 metri degno del miglior Jonk nella finale di andata di Coppa Uefa del ’92 Torino vs Ajax. Padelli, in posizione corretta a dire il vero, sfodera l’agilità di un gatto di legno e si becca il terzo. Il Toro non è che lo specchio del suo condottiero: a Napoli rende le armi appena va  sotto di due gol e rinuncia a tutto il secondo tempo; a Livorno si siede, mangia rabbia e nervoso e guarda in maniera distaccata la partita, non facendo una piega nemmeno sul pareggio di Cerci su rigore: bel cross di Meggiorini, che a sto punto preferisco di gran lunga a Barreto, e gran girata di Immobile che si stampa sulle mani staccate dal corpo del difensore livornese (giusto per avere sempre una certa uniformità di valutazione da parte degli arbitri no?). Gli ottimisti ad oltranza potranno appellarsi ai due splendidi interventi di Bardi, alla sfortuna per il palo di D’Ambrosio…ma se cerchiamo di essere onesti ed obiettivi, 11 punti in 10 partite significano 1,1 punti a partita, ossia troppo poco per voler restare dalla parte sinistra della classifica e forse anche solo per una salvezza tranquilla. 3 vittorie nel 2013 (senza contare le amichevoli con il Pavia e compagnia bella chiaramente).

Cosa sta succedendo? Cosa si è rotto? O cosa non ha mai funzionato ? E’ ora di correre ai ripari, tirare fuori gli attributi e rimanere concentrati sul pezzo per tutta la partita…mettetevelo bene in quelle zucche…di Halloween!

 

Dave dei Sensounico