oSKAr, il ricordo degli Immortali
Su Facebook non poteva mancare un pensiero di Oscar Gianmarinaro, meglio conosciuto come oSKAr degli Statuto per il Grande Torino, essendo lui un fedele tifoso granata.
"Una tragedia talmente enorme che sembra scritta dalla mente di qualche abile romanziere capace di costruire dolore, emozione e appartenenza. Quando ancora non esisteva la TV (figuriamoci internet..) il Toro era la squadra più forte e più famosa in tutto il mondo. Era già chiamato il “grande” Torino in quel periodo e non ci fu modo di sconfiggerlo sul campo. Ci pensò un destino infame e impietoso a portarsi via tutti insieme, su una collina della nostra città, che sembra rimasta lì per accogliere chi vuole andare a ricordare, a pensare a meditare sugli Invincibili o anche sulla propria vita. Il 4 maggio del 1949, alla storia del Grande Torino è subentrata la “leggenda”. Tifare Toro è diventata realmente una “fede” e l’appartenenza al popolo Granata è un legame che viene tramandato di generazione in generazione, anche chi non ha vissuto quella squadra e quella tragedia, viene completamente quell’appartenenza e quel dolore.
Nessuno ha mai più eguagliato quella squadra che ha dato al calcio,allo sport, all’Italia e a Torino la dimostrazione di cosa significhi essere “Campioni”. Campioni, ma davvero Campioni. Oggi non si festeggia. Oggi non si canta né grida. Oggi si ricorda e si porta silenziosamente nel cuore, nello sguardo e nelle nostre menti un patrimonio umano, sportivo e storico che ci fa sentire parte di un mondo straordinario, di un Popolo ineguagliabile, quello del Toro. E non dico dei “tifosi” del Toro, m a del Toro. Perché il Toro siamo noi e grazie a quegli Invincibili, essere del Toro è una fortuna che che non lo è, difficilmente può capire, ma di sicuro rispetta e spesso invidia.
Le manifestazioni di affetto, solidarietà, vera fratellanza che ho avuto nell’ambito del Popolo Granata non le ho vissute né mai provate altrove. Grazie agli Invincibili, noi Granata ci chiamiamo “fratelli”, spontaneamente e non settariamente.
Oggi ci stringiamo nel ricordo e nella celebrazione, chi al colle e chi no (come me che non sale mai il 4 maggio), ma tutti con il cuore gonfio di dolore e nel contempo di gioia, pieno d’orgoglio.
Tutto il mondo sa cosa c è successo a Torino il 4 maggio del 1949, come un romanzo, una storia che è leggenda".