Lettere alla redazione, il decennale di Cairo. Io c'ero
Son passati dieci anni, da quel 2 Settembre 2015 in cui Cairo si prendeva il Toro, dopo una lunga agonia nata dalla mancata iscrizione al campionato di Serie A, nonostante la promozione.
Quel 2 settembre, come tanti altri giorni d'agosto, ero al Municipio con altri fratelli granata. Non potevo perdermi quest'ultimo raduno.
Effettivamente nell'ultima settimana avevo trascorso più tempo davanti al Comune che a casa mia ma sono contento di averlo fatto. Alle 17:30 ero lì, poca gente, non le solite persone se non qualcuno, Carlo Nesti e altri giornalisti presenti.
Abbiamo atteso che Cairo si affacciasse, dallo stesso balcone sul quale fece il saluto che gli costò amaro qualche giorno prima. Ma ecco che da un balcone del Municipio esce Chiamparino a parlare con un suo collaboratore, a quel punto si alza un coro che lo acclama a gran voce. Uno di noi gli chiede urlando di far fallire la Juve e lui risponde con un gesto come per dire.... mica è facile!
Le telecamere della Rai ci girano intorno e dopo poco Cairo esce dal balcone a salutarci per poi tornare subito dentro. Qualcuno ci dice che deve ancora apporre 40 firme.
Aspettiamo.
Si affacciano altri personaggi della vicenda, quali Marengo e Trombetta.
Si riaffaccia il Presidente con in mano un'improvvisata bandiera granata (probabilmente una tenda che avrà provvisoriamente strappato da qualche finestra comunale) acclamato da noi tutti con i cori:
"Urbano Urbano! Urbano Cairo alè alè"
"Presidente eh eh! Presidente Ale Alè"
Poi i solti cori contro la Juve, contro Giovannone e contro Balzaretti.
Molti vanno via quando il Presidente ritorna definitivamente nella stanza mentre noi ci posizioniamo esultando per i fotografi.
Io rimango e corro verso il Portone dal quale sarebbe uscito.
Riesco ad abbracciarlo in uno scudo di telecamere e fotografi, che bello!
Subito dopo Marengo si gira verso di me, appoggia le sue mani sulla mie spalle e mi dice: "Se non altro avete la serie B, ma tornerete presto in A". Io non sapevo se infierire nei suoi confronti o dirgli "si, va bene", nel dubbio non ho fatto nulla, l'ho solo salutato.
Il mio intervento finisce con noi tifosi che accompagnamo di corsa Cairo fino all'ingresso del Comune e inneggiamo l'ultimo coro in suo onore.
Grazie Cairo, ora facci vivere momenti di gioia, la sofferenza l'abbiamo vissuta.
Fabio Fulco