IL TORO e Rosina ko

06.10.2008 19:36 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Alessandrorosina.it

Un Torino in decrescendo che resta statico sulle sconfitte, la quarta è arrivata contro l'Udinese. "Non è tutto da buttare" dice Natali alla fine del match, e dice bene perché la sensazione che si prova guardando giocare il Torino non è negativa. A tratti sembra una squadra salda, forte azzarderei, ma poi esce dal campo sconfitta: forse perché ultimamente ha incontrato le prime in classifica, forse perché gli arbitri recenti sono stati un po' "ambigui". O forse perché il Toro è immaturo di costanza sia nei singoli match, sia nel corso del campionato: non picchia sempre con la stessa vigoria sui momenti, non coglie le opportunità di alcuni istanti e così i risultati non riaffiorano.

E discontinuo come il Toro è stato anche Alessandro Rosina in passato: questa è la quarta partita - spezzone più, spezzone meno- che non gioca. Ma l'assenza attuale è causata esclusivamente da invadenti problemi fisici ampiamente documentati su tutti i giornali. Probabilmente il Torino avrebbe perso ugualmente se Alessandro Rosina fosse stato presente: ma da qui a leggere dei forum dal titolo "Rosina croce o delizia del Toro?" ne passa. È un episodio che lascia sgomenti, non tanto per la durezza e la pesantezza dei commenti, quanto perché questi temi di discussione e queste freddure arrivano proprio durante l'infortunio del capitano, impossibilitato così a replicare con il lavoro sul campo. È un evento che assume un po' le vesti della scorrettezza e che scredita delle vicende vissute insieme, come la serie A e la salvezza, a cui Alessandro Rosina ha largamente contribuito con fantasie e goal; tesi che non sono io a sostenere, ma numeri e bilanci. Diceva bene Erodoto sentenziando che "la felicità degli uomini non resta mai nello stesso punto": ci sono uomini scontenti del prima amatissimo Rosinaldo e Rosina infelice per il suo infortunio, arrivato proprio quando doveva dar coerenza alle parole con i piedi, e doveva confermarsi, come ogni giocatore -per di più capitano a 24 anni- avrebbe voluto fare. Le cose cambiano, sono cambiate e continueranno a farlo, nessuno sa come, quindi meglio tenersi pronti a diplomatici cambi di direzione pur restando saldi al proprio credo, perché "lasciarsi influenzare dagli eventi è roba da deboli" scriveva Goethe.

Dunque che il Toro impari il lavoro battente e che Rosina guarisca presto perché c'è ancora tanto da giocare, tanto ma non troppo: il tempo e i successi non sono mai abbastanza.


di Alessandra Caputo