Il 28 luglio 1946 il Toro conquistava il suo terzo scudetto
Il 28 luglio è una delle tante date da ricordare, in casa granata. Esattamente 72 anni fa, infatti, il Torino conquistava il suo terzo scudetto, al termine della lunga stagione 1945-'46. Ma andiamo con ordine. Finita la Seconda Guerra Mondiale, la Federcalcio, nell'impossibilità d'organizzare un campionato a girone unico (per via dei danneggiati o distrutti collegamenti appenninici tra la Pianura Padana e il resto della Penisola), opta per un'edizione “particolare” del campionato di Serie A: non solo nel nome (che per tale stagione viene denominato “Divisione Nazionale”), ma anche nel formato, con le compagini del Nord e del Centro-Sud impegnate in due distinti gironi, destinati a designare i sodalizi qualificati al girone finale per l'assegnazione del titolo (del quale è detentore il Torino, trionfatore nell'edizione 1942-'43, cioè l'ultima disputata prima dell'interruzione dovuta ai tragici eventi “post-8 settembre”). Il Toro, vincendo il girone settentrionale (denominato “Alta Italia”), accede alla fase finale in compagnia di Inter (seconda), Juventus (terza) e Milan (quarto), mentre dal raggruppamento centro-meridionale accedono all'atto conclusivo Napoli (primo), Bari (secondo), Roma (terza) e Pro Livorno (quarta). La fase finale del campionato vede un agguerrito testa a testa tra il Torino e la Juventus: a due giornate dalla fine, la situazione sembra sfuggire di mano ai granata, sconfitti a Milano dall'Inter con un pesante 2-6 e scivolati a -2 dai “cugini”, vittoriosi per 3-1 in casa col Milan. Tutto finito? Non per il Grande Torino: la settimana successiva, in una gara da “dentro o fuori”, un goal di Gabetto al 19' vale l'aggancio in vetta, riaprendo la lotta per il titolo. L'ultima giornata vede il trionfo torinista: 9-1 alla Pro Livorno (degna antagonista del Toro nella stagione 1942-'43) e scudetto conquistato grazie al passo falso della “Vecchia Signora”, bloccata sull'1-1 in quel di Napoli. Passato a condurre già al 14' con Gabetto, il Toro incassa il repentino pari labronico al 18' (acuto di Leo Picchi, fratello maggiore del più noto Armando), salvo poi effettuare l'allungo decisivo verso la fine del primo tempo, con lo stesso Gabetto a segno due volte nel volgere di un minuto (40' e 41'). La ripresa è un lungo monologo torinista, con le reti di Castigliano (46'), Grezar (48'), Loik (69'), Ballarin (73'), Mazzola (79') e di nuovo Castigliano (88'). È il 28 luglio 1946: dalla stagione seguente, chiusa la parentesi (forzata) del campionato strutturato su più gironi, si ritorna al girone unico, destinato a vedere altri successi della stessa grande compagine, che verrà sconfitta solamente del fato. Il Torino scese in campo, in quella storica giornata di 72 anni or sono, con la seguente formazione: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Ossola, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris. Allenatore Luigi Ferrero.