Dignitosamente, un tifoso del Toro

22.04.2009 08:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
Dignitosamente, un tifoso del Toro
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Flavio Bacile

 

Volutamente, taccio sullo sconquasso emotivo e altro, che mi ha prodotto assistere a Milan-Torino.
C’è poco da dire, c’è ancor meno da aggiungere, a quanto è stato scritto e già detto.
Confermo invece, se ce ne fosse bisogno, che, contro il Milan, nessuno si è salvato, ne come singoli, ne come reparto; i voti espressi da quotidiani e siti onlinee ne sono ulteriore riprova.
Vero, che per alimentare ulteriormente le speranze di salvezza, sarebbe stato utile uscire da San Siro con una prestazione almeno confortante; non è stato così, facciamo buon viso a cattivo gioco e guardiamo avanti, il futuro possiamo ancora crearcelo da soli, fortunatamente.


Come più volte è d’uso ripetere in queste circostanze, non è il momento di fare processi, bisognerà però, anche avere la memoria lunga, e, a salvezza raggiunta, non dimenticare tutto, farsi travolgere dall’enfasi dell’obiettivo raggiunto, salvaguardare quel poco di bello che la stagione ci ha regalato, e buttare nel dimenticatoio tutto il brutto.
Non serve un processo, nessuna caccia alle streghe, ma almeno una disamina serena ed allo stesso tempo seria, si, questo è inevitabile.


La necessità di meditare sulle reali potenzialità di questo gruppo, è il primo passo per non ritrovarci l’anno prossimo a scrivere e leggere le stesse cose che diciamo oggi, che poi sono inequivocabilmente le stesse di ieri e dell’altro ieri, per questo reputo che i dirigenti non possano sentirsi esclusi a priori.
Se da tre anni il Torino FC lotta esclusivamente per la salvezza, e per salvezza, intendo quella vera, cioè, i posti che scottano, e non i quaranta punti raggiunti quattro o cinque giornate prima della fine del campionato, evidentemente quest’approfondimento di fine stagione non è stato fatto nel modo corretto, sopravvalutando, forse, la reale forza del Toro, o sminuendo quella degli avversari.
Non lo dico io, lo dicono i fatti, classifiche, statistiche, punti, gol fatti e subiti, gioco espresso.
Oggi come oggi, sarebbe tutto da buttare, e sarebbe un errore altrettanto clamoroso, mi ripeto, e spero di non cadere io nello stesso errore, che questa squadra ha dei valori che vanno salvaguardati, anche in questa brutta stagione, che volentieri vorrei dimenticare.
Scrollarsi di dosso al più presto l’incubo della retrocessione è il primo passo, ma non illudiamoci, non basta, il Toro, la città di Torino, tutta la tifoseria sparsa per l’Italia merita qualcosa di diverso, ne siamo consapevoli tutti, forse anche la Champions, ma basterebbe avere la sicurezza di potercela giocare alla pari su tutti i campi della massima serie, poi quello che viene, viene.
Non entro sul discorso della proprietà, è una buccia di banana, senza sapere poi dove si cade.
Cairo mi va bene.
Se vuole bene al Toro, se pensa che questo granata, che amo, debba dire la sua, almeno in Italia, se lavora seriamente, con scienza e coscienza, come un buon medico, non sento la necessità di cambiare, e non mi lascio trasportare da sogni fatui.


Rivendico però, la mia dignità di tifoso granata, la voglio, la rivoglio, la pretendo.
Rispetto tutti gli altri club, sia che occupino la parte bassa della classifica che le alte sfere, ma quel granata che colora a piene mani magliette da gioco, striscioni e sciarpe, lo reputo il più bello del mondo, e vorrei che in tanti avessero il mio stesso pensiero, ma non dipende da me.
Da ragazzino sognavo di correre sul prato del Comunale con la mia bella maglietta granata, oggi è un sogno che pochi bambini fanno, e non perché hanno già tutto in casa.
Il Toro era il mio sogno, oggi è il mio dolore cronico, non mi diverto, soffro e basta.
Domenica intanto c’è il Siena, e per usare un luogo comune, dico anch’io, che è una partita da non sbagliare, così mi sento allineato.
Ma voglio andare oltre.


Spero seriamente sia la prima di un lungo corso, dove si possa parlare del Toro, e non come succede oggi di un torello.
Chiaramente le opinioni poggiano sempre sulla realtà, tocca a questa far cambiare le opinioni.
Il lavoro serve, così come le intuizioni, la fortuna, la professionalità, la dedizione.
Ma se ci mettiamo anche il cuore, ritorna quella dignità che poi è, essere tifosi del Toro.
Dignitosamente, un tifoso del Toro.