Carlo Testa: "Il mio derby"
A poche ore dal derby Carlo Testa, gestore dei negozi ufficiali del merchandising granata e presidente dell'Associazione Figli del 4 Maggio, nonchè giornalista, ha scritto un suo pensiero sul derby.
"Il mio derby. Il primo derby a cui ho assistito nella mia vita, non lo ricorda quasi nessuno. “Coppa città di Torino”. Un derby amichevole che si giocò il 24 giugno 1964 in notturna. Avevo nove anni e la Juventus vinse per 4-1 - Nella Juventus giocavano tra gli altri un certo Sivori, Del Sol e Nenè. Era invece, il Torino dei Lido Vieri, Bearzot, Puia, Hichtens, Crippa. Ero alla Stadio con mamma e papà, ero già tifoso granata, ma era quello il primo battesimo derby allo stadio. Cosa provai? Inutile dire che al quarto gol a zero mi rinchiusi in un silenzio assordante, nello stadio sventolavano solo bandiere bianconere. Provai sulla mia pelle cosa significasse perdere quel tipo di partita e i sentimenti erano un misto tra rabbia e dispiacere. Ma quelle maglie granata strapazzate in campo, iniziarono a farmi tenerezza, le adoravo comunque. Poi accadde il fatto che scatenò in me l’emozione più grande: “il Toro segnò il gol della bandiera al novantesimo con Lancioni”. Quel gol e le bandiere granata che tornarono a sventolare sommergendo di colore quelle bianconere, fu più che sufficiente per farmi comprendere cosa significasse essere del Toro. Al gol, ricordo l’urlo di gioia di mia mamma mentre il mio papà, notando i miei lacrimoni, mi sollevò al cielo promettendomi che all’uscita mi avrebbe comperato la bandiera granata più grande che c’era. Oggi e lo scrivo per i ragazzi più giovani, pur sapendo bene che è il risultato della partita ad essere più importante, nonostante tutto non cambierei mai l’emozione provata in quell’istante per la nostra maglia, con nessuna altra maglia al mondo. Amare e sostenere il Torino, non è da confondersi con il semplice tifo per una squadra di calcio, è soprattutto un grande onore. Carlo Testa".