Belotti, il tremendismo e la maglia sudata. Essere del Toro

17.07.2020 15:58 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Belotti, il tremendismo e la maglia sudata. Essere del Toro
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Un monumento, in genere, lo costruiscono alla memoria, ma Belotti lo meriterebbe già adesso, perchè, comunque vada, lui la storia al Toro l'ha già fatta e si prepara a diventare leggenda se domenica segnerà per l'ottava volta consecutiva, raggiungendo un mostro sacro come Franco Ossola Sr.

Belotti rappresenta il cordone ombelicale che lega il Toro del passato a quello attuale, quello che nell'immaginario collettivo parla di tremedismo e della maglietta sudata a fine gara. "Io voglio uscire sempre stremato da una partita", ha detto ieri era Belotti, pronunciando quella frase a caldo, senza pensarci sopra per fare il ruffiano con i suoi tifosi. E' proprio così. "Sono il primo difensore della mia squadra. Aiuto i miei compagni perchè poi loro aiutano me". E' un'altra frase da incidere che fa parte del dna del gallo.

Il suo fisico ricorda un po' i giocatori del passato, leggermente ingobbito, non altissimo, non particolarmente muscoloso, nemmeno tatuato come la moda dei giocatori pretende (a volte assai fastidiosa da vedere) ma terribilmente tecnico in campo, veloce, attento, intelligente tatticamente, con una propensione al gol incredibile e anche un'abnegazione da vero granata, dove non conta essere un campione, conta far parte del Toro e nel modo migliore. Se poi succede che non segni non fa nulla, tutto ti sarà perdonato, perchè se esci dal campo con quella maglietta sudata, che non è una nuova versione di una canzone di Baglioni, diventi l'emblema del giocatore granata. Non importa se vinci o perdi, sei bello o brutto, sei del Toro perchè combatti. Sempre.