Amarcord Lentini, quanto era bello il suo calcio senza limiti

29.05.2013 20:12 di  Marina Beccuti   vedi letture
Amarcord Lentini, quanto era bello il suo calcio senza limiti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ieri sera "La partita del Cuore" è stato un vero spettacolo, anche se il match era ospitato in casa dei bianconeri, c'era anche un po' di Toro in campo, tra Chiambretti che non riusciva a pronunciare il nome dello Ju..... Stadium, a Mondonico sorridente è sornione in panchina, che rimirava alcuni suoi ex ragazzi come Lentini, o vecchi cuori granata come Claudio Sala, ancora in partita.

Già, Lentini, appesantito, nonostante sia ancora uno splendido quarantenne, che si è posizionato in porta, emulando il figlio Nicholas, nuova promessa granata tra i pali. Anche bravo, un campione lo è in ogni ruolo possa giocare, ma poi, dai, uno come Gigi non può stare fermo in porta, non è da lui e così verso fine gara s'è preso il pallone tra i piedi per spingerlo nell'area avversaria. E allora giù a togliere anni, a noi stessi e a lui, per rivederlo magro e muscoloso, stiloso a testa alta sulla fascia, inventare qualcosa in campo, una libellula, uno degli ultimi, per non dire proprio l'ultimo, fuoriclasse uscito dalla scuola granata. Genio e sregolatezza, senza limiti, eccesso di velocità e voglia di vivere.

Non ce ne vogliano gli altri, ma Lentini ha reincarnato quella rinascita che poi s'è sgretolata proprio nel momento della sua cessione al Milan, entrata di diritto come prima inchiesta di evasione fiscale nei confronti di Berlusconi, con Borsano dall'altra parte che visse il suo momento di gloria come un garofano che perde i petali al primo soffio di vento.

Ma non vogliamo rivangare quello che è stato il Lentini rossonero, l'incidente e il momento di decadenza, noi vogliamo ricordare il Lentini che ci fece innamorare al vecchio Comunale, quello per cui valeva la pena spendere il biglietto per andarlo a vedere. Quelle partite che ti mettevano ancora il palpito quando salivi i gradini dello stadio per aspettare che lui uscisse dal tunnel e si mettesse a giocare. Sembrano passati secoli, mica vero, ma i ricordi più belli sembrano sempre i più lontani, perchè ricordarli è spesso poesia e le rime hanno sempre il sapore un po' antico.