Segre: "Giocare in Serie A col Toro è il mio sogno"
Intervistato sul canale Instagram di Nicolò Schira, il 23enne centrocampista Jacopo Segre, di proprietà del Toro, autore di una notevole performance stagionale con la maglia del Chievo Verona, ha affermato:
"Sto trascorrendo le giornate di quarantena a Verona, con la mia ragazza Alessia. Sono settimane complicate: dopo la colazione studio, perché sfrutto il tempo per portarmi avanti con gli esami universitari, in vista della sessione di maggio. Media voti? 26-27, ho dato già 7 esami. Per passare il tempo, poi, ho scaricato Disney Plus: mi immergo nei cartoni animati e in Star Wars, in attesa che esca la nuova serie della Casa di Carta.
Fin da piccolo la passione per il calcio è stato fortissima. Giocavo ai videogiochi e all'oratorio, e subito mi sono dedicato al pallone. La prima squadra è stata la Masseroni Milano, che era affiliata al Milan. Sono stato lì dai 5 ai 7 anni. Mi voleva anche l'Atalanta, ma alla fine ho scelto i rossoneri. Al Milan ho fatto tutta la trafila, fino alla Primavera, allenandomi anche diverse volte con la prima squadra, quando c'era Pippo Inzaghi allenatore. Da bambino facevo il raccattapalle a San Siro: che emozione entrare in campo con tutti quei campioni, e 80mila persone sugli spalti. La settimana di Juve-Milan, nel 2014/15 ho sperato nella convocazione: c'erano tanti infortunati, e mi ero allenato tutta la settimana con la prima squadra. C'erano giocatori importanti come De Jong, che mi davano consigli e mi tenevano d'occhio.
Dire addio al Milan fu una scelta difficile, ma il Torino rappresentava una occasione importante. C'era un progetto importante su di me, l'anno scorso mi hanno rinnovato il contratto. L'anno prossimo spero di tornare in granata, e giocarmi le mie chance in Serie A. Il sogno è quello di giocare nella massima serie con il Toro. Da qui a fine stagione penso solo al Chievo, dopodiché penserò al Torino. Dopo due anni di B spero mi venga data una occasione in A. Sarebbe un sogno giocare allo stadio Olimpico in maglia granata.
Il mio idolo? Kakà, ho la sua maglia autografata in camera. E anche Beckham. L'ho incrociato una volta all'Armani, l'ho avvicinato, e sono riuscito a parlarci due minuti in inglese. È stato emozionante, sono diventato una mummia davanti a lui. Gli ho chiesto una foto ricordo, è stato bello conoscere uno dei propri idoli d'infanzia.
Il mio compagno di squadra più forte? Ho giocato tanti anni nel settore giovanile con Manuel Locatelli. Nonostante avesse un anno in meno di me, aveva eleganza e un passo mentale superiori a tutti. Diventerà un centrocampista molto forte e da top team. Tra gli avversari? Mi ha impressionato Nicolas Viola del Benevento.
Con la mia famiglia ho un rapporto spettacolare. Mio padre viene sempre a tutte le partite, e mi ha seguito ovunque. Poi c'è la piccola di casa Vittoria, mia mamma, e mio fratello. Sono loro il mio punto di riferimento. Tra i fornelli, poi, me la cavo bene. Piatto preferito? Carbonara e cotoletta. Ogni tanto provo a fare qualche dolce light.
Il primo anno nei professionisti, a Piacenza, fu duro duro all'inizio. Dopo un paio di mesi di ambientamento sono riuscito a conquistarmi il posto, maturando una esperienza importante in C. Poi ho scelto di andare al Venezia, soprattutto perché c'era un allenatore come Stefano Vecchi, che mi conosceva già dalle giovanili: ci eravamo affrontati tante volte nei derby. Vecchi è molto bravo a insegnare i movimenti sul campo, con lui si lavora ad altissima intensità. Zenga invece, insieme a Benny Carbone, mi ha insegnato tanto, trasferendomi la loro grande esperienza sotto forma di consigli. Infine è arrivato Cosmi, che è un grande motivatore, cercava di trasmetterci il suo carisma e la sua grinta. Il mio gol più bello? Quello siglato l'anno scorso in ritiro pre-campionato, il missile dalla distanza contro la Fiorentina. È stato un bel gol, così come quello segnato col Venezia contro il Padova da fuori area.
Mi sono allenato tante volte con la prima squadra del Toro, e ho un rapporto speciale con Armando Izzo. Ho avuto un impatto positivo con tutti, un gruppo di ragazzi sani oltre che grandi giocatori. Ho legato molto anche con Lollo De Silvestri, Baselli, Lukic, e Meité. Spero di ritrovarli presto. Ci sentiamo spesso, e tuttora mi stanno dando tanti consigli. È stata una estate movimentata e c'erano 6-7 richieste in B, ma ho scelto il Chievo per il blasone del club. Poi mi aveva fatto anche un'ottima impressione mister Marcolini che mi conosceva dai tempi del Torino. È stata una scelta giusta per prendere la rincorsa per arrivare in A. Spero di farcela col Chievo, qualora dovessimo tornare a giocare".