Dzeko-Belotti, due destini in vista dell'estate
I due destini raccontati dai Tiromancino nella nota canzone del 2000 sono quelli di Andrea Belotti ed Edin Dzeko, che, come spesso accade nelle proiezioni di calciomercato, potrebbero intrecciarsi nelle scelte incrociate dei rispettivi club di appartenenza, e delle pretendenti comuni ai due. Il centravanti bosniaco, che ha compiuto 33 anni appena due giorni fa, cambierà quasi sicuramente maglia e progetto, dopo quattro stagioni in giallorosso, trascorse decisamente tra luci e ombre: contratto in scadenza nel giugno 2020, la Roma punta, nonostante l'età del giocatore, a una significativa plusvalenza (sono 15 i milioni di euro spesi in tutto per il suo acquisto dal Manchester City, tra 2015 e 2016, il che significa che Dzeko è al momento a bilancio per meno di 4 milioni), oltre allo scaricamento di un ingaggio a dir poco importante (4 milioni e mezzo di euro). Tra gli eredi designati, al netto dell'insediamento del direttore sportivo che sostituirà Monchi (Massara, Faggiano, se non addirittura Petrachi, ipotesi di cui abbiamo già ampiamente parlato dalle colonne di TorinoGranata.it), c'è Andrea Belotti, che, come ripetuto in più occasioni, potrebbe essere messo con decisione sul mercato, ove non arrivasse la qualificazione alla prossima Europa League: la sensazione, al momento, è che per una cifra intorno ai 45 milioni di euro l'affare potrebbe essere chiuso, con soddisfazione di tutte le parti coinvolte. Il triangolo, sempre per rimanere in tema musicale, si completa con un vertice londinese: il West Ham, che già in gennaio aveva sondato sia Dzeko sia Belotti, rinnoverà profondamente il proprio parco attaccanti (in uscita Andy Carroll, Lucas Perez, e forse anche Chicharito Hernandez), ed entrambi gli hitman in questione sono ancora sul taccuino di Manuel Pellegrini, in odore di conferma anche ove non arrivasse la qualificazione in Europa League. Prospettiva, quest'ultima, che dal punto di vista di Belotti potrebbe privare il progetto di una buona dose di godibilità: per il Gallo, questo è chiaro, la partecipazione alla prossima edizione delle coppe europee è a dir poco essenziale.