D'Aversa dice no all'offerta d'Egitto. Ed è il nome prediletto
Se secondo il vecchio adagio la locuzione "d'Egitto" si riferisce a qualcosa di inesistente, di immaginario, di troppo esotico e idilliaco per essere vero, riesce facile il gioco linguistico riferito alle ultime indiscrezioni relative a Roberto D'Aversa. Il quarantacinquenne tecnico ex-Parma, anch'egli, come Giampaolo, nato fuori confine da emigranti di origine abruzzese, avrebbe infatti rimandato al mittente un ricco triennale propostogli dal Pyramids FC, club del Cairo (quello d'Egitto sul serio, in questo caso), secondo quanto riportato da TMW.
Il tam-tam dei social network, tra l'enorme scoramento per un Toro che non ingrana, oltre che per le prestazioni - o l'assenza totale dal progetto - dei senatori (Belotti escluso), vede proprio D'Aversa, messo alla porta dai ducali in favore di Fabio Liverani dopo la fine dello scorso campionato, come nome giusto su cui puntare, qualora su Marco Giampaolo piombi la scure dell'esonero (da molti già reclamato a gran voce). Dello stratega nativo di Stoccarda piace il 4-3-3 coraggioso, ai limiti dello spregiudicato, ed entusiasma l'idea che, come già a Parma, il tecnico sappia valorizzare e motivare al meglio i giovani (uno tra tutti Kulusevski) e i giocatori esperti (da Gervinho a Bruno Alves, passando per Gagliolo). Di segno totalmente opposto, per lo più, la reazione di fronte all'eventuale ritorno di Gian Piero Ventura, bollato come "finito" dopo la tragedia sportiva azzurra di due anni e mezzo fa; piacicchia l'idea Longo, tiepido il gradimento sulle piste Semplici e Donadoni. Ma è quella che porterebbe a un nuovo corso targato D'Aversa la suggestione prediletta.