Ventura: "Il Toro è da Europa. Cairo merita tutto il bene possibile"

L'ex tecnico granata e della nazionale italiana Giampiero Ventura ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, dove ha parlato del match di questa sera, ore 18, tra il Torino ed il Napoli.
"Delicata per Baroni, importante per Conte. Sulla carta conviene scrivere con le matite, perché le realtà cambiano e dentro una partita a volte entrano dettagli che modificano il pensiero corrente. Certo che il Napoli è più forte ma per me è anche vero che il Torino ha una buona squadra, destinata a concorrere per l’Europa se riuscisse a mettere assieme e subito una serie di risultati".
Sul Napoli squadra da scudetto, Ventura va cauto: "Un anno fa ero convinto che avrebbe vinto: adesso non so: la squadra è addirittura migliorata, perché hanno fatto un mercato sensazionale, ma giocare ogni tre giorni ti consuma. Conte è garanzia di successo, ha la forza di impadronirsi della testa dei suoi uomini come pochi e resta il pilastro. Dunque, è alla pari con l’Inter. A me piace il Milan con Allegri, al quale però manca una punta centrale: ce l’avesse, direi attenti. E lo dico egualmente, nonostante Leao non gli dia quello che dovrebbe".
Il suo ottimismo sul Torino deriva da alcuni fattori: "Dalla consistenza tecnica della squadra. Ci sono calciatori di spessore, con qualità, con esperienza, ma la variabile è rappresentata da Zapata: se torna quello ch’è stato, allora lui sposta, arricchisce l’organico e gli consegna pure un bel po’ di gol, oltre alla sua personalità. Il Toro paga quell’impatto iniziale che gli ha tolto tranquillità: i cinque gol con l’Inter, i tre subiti con l’Atalanta, sono la mela nella testa. E alla fine, pensate un po’, anche il pari con la Lazio, un 3-3 altrimenti da accogliere con soddisfazione, per la dinamica e il momento si è trasformato in delusione".
Il tecnico genovese ricorda il suo rapporto con Cairo: "Straordinario, sia personale che calcistico. Gli sono grato e so che lo è lui a me, per quello che abbiamo realizzato assieme. Ci capita di sentirci, perché lo vogliamo, gli attribuisco meriti che non sempre gli vengono riconosciuti. Conoscendo le insidie del calcio, le sue parabole distorte, so bene che ci sono scelte che ti sembrano infelicemente mentre nel momento stesso in cui le fai ti paiono quelle più logiche e opportune. Il Torino di oggi è una buona squadra – Simeone, Asllani, Casadei ma anche Ismajli e Anjorin – e Baroni, lo dice il suo percorso, è preparato. Però se la partenza diventa un handicap, tutto si complica. Io a Cairo posso solo augurare tutto il bene che merita".
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