Pulici ricorda le sue sfida con il Bologna e... Rolando Bianchi
Intervistato dal Corriere di Bologna sul match di domenica tra Bologna e Torino, Pulici, come solito, non le manda a dire, lui, e non solo lui, che rimpiange il calcio che fu, come quando non trova nessuna differenza in un caso particolare: "Mi devono spiegare quale sia la differenza tra possesso palla e melina. Nelle nostre partite tiravamo in porta 30-40 volte. Oggi se succede 10 volte è già tanto. Le emozioni, quelle mancano".
Parlando del calcio passato c'è anche il ricordo per uno come Gigi Meroni, moderno ancora oggi, anzi addirittura futurista se osserviamo che attualmente i calciatori non sono nemmeno più estrosi ma omologati, estremamente conformisti con i loro tatuaggi a tutto corpo. "Meroni è stato il primo in Italia a portare i capelli lunghi, a vestirsi in maniera estrosa, ma in campo era un giocatore, non un attore che mira a fare bella figura. Giocava per far vincere la squadra. Oggi vedo troppi calciatori che giocano solo per loro stessi, come su un palcoscenico", ammette Pulici nella sua immensa sincerità.
Uno che al Torino manca è senza dubbio Rolando Bianchi, che domenica sarà avversario dei granata dopo cinque stagioni vissute sotto la Mole. Un attaccante rimpianto anche dallo stesso Pulici, che è sempre piuttosto parco nell'elogiare qualcuno: "È un ragazzo intelligente. Quando una persona è bella si vede. Mischiarsi con i tifosi? Ecco. Uno fa l’ingegnere, l’altro l’operaio, l’altro il calciatore. Ma fuori dal campo siamo tutte persone. Uguali. Questo concetto oggi si perde. In lui, evidentemente, no".