Ogbonna: "Il mio West Ham è come il Torino"
L'ex granata Angelo Ogbonna, in un'intervista rilasciata all'odierna edizione di Tuttosport, ha parlato della sua esperienza in Premier e dei trascorsi al Torino. Il primo pensiero, doveroso, al gol realizzato nel recupero contro il Liverpool che ha permesso al 'suo' West Ham di vincere il match: "Ancora adesso non riesco a scrollarmi di dosso l'emozione. Non è solo per il gol, ma anche per il modo con cui è arrivato: all'ultimo secondo e in una partita così importante. Non sono mai stato un goleador. Il calcio inglese? Qui il calcio è più dinamico e i tatticismi passano in secondo piano. Le piccole non hanno paura di affrontare le grandi come da noi, anzi è uno stimolo in più per esaltarsi. West Ham come il Torino? Questi due club hanno una grande somiglianza, hanno una grande storia, e i tifosi sono eccezionali sia in casa che soprattutto fuori. È un club tipicamente londinese, non è posh, ma è radicato nell'est di Londra, è molto cockney. Anche per questo inizialmente facevo fatica a capire l'accento del capitano Noble e di altri miei compagni, mi ha facilitato l'inglese più semplice parlato dal mio allenatore. La Nazionale? È normale che ci speri e ci creda. Forse mi aspettavo qualche convocazione in più, ma se arriverà la chiamata è perché me lo sarò meritato. Non sono uno che cerca di sponsorizzarsi o arruffianarsi l'allenatore. So che il ct mi conosce e se le mie prestazioni in campo saranno all'altezza penso che arriverà il mio turno. La crisi del Torino? Per me si tratta di un periodo passeggero. Da quando sono andato via ho visto il Toro crescere in maniera esponenziale ed il merito è stato soprattutto dell'allenatore, che ho potuto conoscere molto bene. Una persona come Ventura che ha fatto la fortuna di molti di noi non l'ho mai incontrata. È normale questa fase di transizione: il Toro vive di cambiamenti ogni anno, non è facile trovare una stabilità, ma nonostante tanti innesti giovani è una squadra che cerca sempre di esprimere un buon calcio. Quando ha fatto bene è perché ha avuto stabilità e la possibilità di lavorare con lo stesso gruppo per 2-3 anni. Quindi Ventura rimane l'uomo giusto per me".