Galante si presenta al Chiasso, senza dimenticare il suo passato

22.12.2014 11:42 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
Fonte: www.cdt.ch
Galante si presenta al Chiasso, senza dimenticare il suo passato
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Finalmente Fabio Galante fa il direttore sportivo. Dopo aver ottenuto l'abilitazione a svolgere tale ruolo, il Chiasso l'ha chiamato con la nuova proprietà, formata da Mario Persichino e Antonio Cogliandro. In panchina c'è un altro ex giocatore italiano, Gianluca Zambrotta

Fabio Galante si è presentato al Chiasso in questi giorni ed è pronto ad affrontare il calcio dietro ad una scrivania.

"Il pallone è la mia passione, la scrivania è un ruolo nuovo per me ma metterò a disposizione del club le mie conoscenze. Ringrazio il Chiasso, che mi ha dato la possibilità di lavorare e ringrazio la proprietà, che mi ha chiamato non appena ha acquisito il pacchetto azionario. Ho conosciuto il presidente Davide Lurati, Riccardo Bellotti e Marco Degennaro. Loro masticano il calcio svizzero, avrò modo di fare gavetta. Sono felicissimo di essere qui".

Impossibile non fare un passo indietro ricordando la sua carriera ricca di successi: "Ho davanti a me tante immagini, al di là dei successi come la Coppa Uefa con l'Inter. Penso a compagni di viaggio come Ronaldo, Baggio, Bergomi, Djorkaeff, e poi Skuhravy, Onorati, Tacconi, Ruotolo, Lucarelli, Protti, Ferrante. Penso anche agli allenatori: Guidolin, Mondonico, Camolese, il grande Scoglio solo per dirne alcuni. In vent'anni di carriera i ricordi si accumulano, anche quelli meno belli come la Coppa Uefa persa ai rigori con l'Inter contro lo Schalke. Ma prevalgono le gioie. Ad esempio gli Europei U21 vinti con l'Italia. Con me c'erano Del Piero, Vieri, Inzaghi, Cannavaro, Nesta, Panucci e Fresi. Ho giocato con tutti e contro tutti: contro Zambrotta, con e contro Ronaldo, contro Ibrahimovic, Eto'o e Batistuta. Ho realizzato il mio sogno di bambino".

Galante da tempo si scaglia contro i troppi stranieri che ci sono in Italia e all'abbassamento del valore del nostro calcio: "C'è gente meno brava rispetto a prima, sì. D'altra parte se tu vuoi valorizzare un vivaio devi puntare sui tuoi ragazzi, non sugli stranieri. Vedo la primavera della Fiorentina, o quelle di Inter, Juve, Milan e Roma. Anche dieci stranieri titolari. Nelle giovanili dell'Empoli eravamo tutti italiani. Sono usciti Montella, Di Francesco, Caccia e Gautieri, oltre a me. Tutta gente arrivata in A. Ai tempi dell'Italia U21 eravamo già titolari nella massima serie, oggi se scorri la rosa degli azzurrini fai fatica a trovare tre giocatori di A".