Ventura è il miglior acquisto di Cairo
Critiche o non critiche, tra l’altro, quando c’è stato qualcosa da dire non mi sono mai tirato indietro, Ventura resta il miglior acquisto dell’era Cairo, ed in questo momento per la tifoseria resta un punto fermo. C’è amore e stima nei confronti di Ventura, il più bel Toro di questi ultimi venti anni lo abbiamo visto proprio con il tecnico genovese sulla panchina dei granata, ma proprio per questo è difficile capire, comprendere come mai si è voluto sfasciare un giocattolo che era in costante crescita in questi ultimi tre anni.
Insomma più del Parma, che nell’ultimo campionato aveva fatto benissimo, era il Toro di Ventura la sorpresa dell’anno, per il gioco che aveva espresso, per la sensazione d’essere squadra che riusciva a trasmettere, per le individualità che erano venute fuori, per il semplice fatto che non partiva mai battuto contro qualsiasi avversario. Anche nella scorsa stagione ci sono stati passaggi a vuoto, ma non c’è stata mai la necessità di voltare pagina, un normale periodo d’assestamento all’inizio, poi il Toro era quello, una specie di vipera capace di colpire in qualsiasi momento, anche quando il gioco non “frullava”.
Per dirla tutta, in tanti hanno pensato che con una panchina più sostanziosa qualitativamente, il Toro avrebbe potuto puntare al quarto posto con relativa tranquillità, e comunque stare molto più vicino ai 21 punti che lo separavano dalla terza posizione.
Si aggiunga che dopo più di trent’anni, i granata, finalmente, potevano contare su una vera coppia gol, che rinverdiva i fasti di quella mitica composta da Graziani e Pulici.
Tanta roba, tanta sostanza, per una squadra che era stata costruita tassello dopo tassello, puntando anche sui giovani, Maksimovic, Vesovic, El Kaddouri, Darmian, Immobile, ma anche su tanti giocatori d’esperienza che però erano adatti alla causa, Moretti, Bovo, Farnerud, ecc…
In estate è successo quello che tutti sapevano, ed è proprio per questo che i tifosi oggi non capiscono. Possibile che proprio Ventura, l’artefice principale della rinascita, il tecnico più stimato dalla tifoseria, non abbia capito prima di tutti gli altri. Partita la migliore coppia gol italiana dell’ultima stagione, veramente ci si è dovuti “arrangiare” strappando al Parma un giocatore (classe 1980) che aveva anche esordito alla prima di campionato con i ducali. Possibile che non si sia pensato che per sostituire un giocatore come Cerci, anomalo per quanto si voglia, forse, Amauri non sarebbe bastato.
Come mai dei tre in bilico, Meggiorini, Barreto, Larrondo, è andato via quello che aveva giocato con più continuità, e che per impegno incarnava maggiormente lo spirito battagliero del Toro. Possibile che in tre mesi non si sia trovato un attaccante, ma anche due, che con Quagliarella e Martinez potessero dare al tecnico soluzioni offensive diverse, e al Toro una rosa di attaccanti interessante. Con gli undici milioni incassati da Immobile, e i quindici (più bonus) per la cessione di Cerci, si doveva fare meglio in attacco ed a centrocampo.
Ventura avrà le sue colpe, ma Petrachi e Cairo molte di più.
Mi ripeto per l’ennesima volta, ed il campionato mi dà ampiamente ragione, ma con tre-quattro innesti di qualità, 20-25 milioni, forse anche meno, si rischiava veramente di lottare per il terzo posto. Perché non lo si sia voluto fare, è tutto un altro discorso.