Parisi: "Se rimango sarò l'uomo più felice del mondo"

21.05.2012 16:58 di  Raffaella Bon   vedi letture
Parisi: "Se rimango sarò l'uomo più felice del mondo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

C'è grande euforia in casa Torino per la promozione in Serie A, arrivata con una giornata di anticipo. TuttoMercatoWeb ha raccolto le sensazioni del difensore granata Alessandro Parisi.

Di chi è questa vittoria?
"Questa vittoria è del gruppo, che è stato fantastico. E quando dico gruppo mi riferisco a tutti, dal presidente ai dirigenti, al mister, allo staff tecnico, ai magazzinieri e ad i miei compagni. Ha saputo superare anche i brutti momenti stando sempre compatto".

Per te una nuova promozione dopo quella con il Bari; che analogie vedi?
"Sono sicuramente due piazze storiche, che meritano la Serie A, ma il Toro ha dalla sua anche una grandissima storia".

Voi avete sempre dominato.
"Sì; tranne un paio di giornate, dove abbiamo perso il primo posto, siamo sempre stati in vetta, e questo vuol dire che hai sia forza fisica che mentale, che hai gambe e testa. La vittoria è stata strameritata e quando è arrivata ci siamo sentiti finalmente liberi. Sicuramente ci siamo tolti con rabbia qualcosa di dosso. Ieri eravamo obbligati a vincere per avere la matematica certezza della promozione, non è stato facile scendere in campo con questo peso, e quando è arrivato il 90° per noi è stata una liberazione totale. Abbiamo potuto regalare a noi stessi e ai tifosi quello per cui avevamo sempre lavorato".

Quali sono i meriti di Ventura?
"Lui ci ha dato quello che aveva, per vincere un campionato lungo come quello di B serve sia tanto lavoro che sudore. Un campionato veramente lungo e distruttivo. Noi eravamo partiti per dover vincere a tutti i costi, non era facile".

A differenza della Samp.
"Sì, le squadre che erano partite per la pronta risalita erano diverse: noi, la Samp ed il Padova. Ieri, con il risultato sul campo, siamo promossi noi e il Pescara. Siamo riusciti a mettere sul campo la nostra umiltà e la voglia di correre, diversamente dalle altre squadre blasonate. Non abbiamo mai perso fino alla fine la nostra prerogativa di essere provinciali".

Cosa ci racconti della festa di ieri?
"E' partita allo stadio; nonostante la pioggia, una folla indescrivibile ha tirato fuori la gioia che aveva dentro e ci è venuta ad applaudire per strada: erano veramente tanti. Se non conosci la realtà di Torino non riesci a capire, bisogna viverla: la gente ha una grande fede, che ti riesce a trasmettere. Queste fede ci ha aiutato in questa stagione".

E ora qual è il tuo futuro?
"Io sono partito dicendo che il mio obiettivo sarebbe stato quello di raggiungere la Serie A, che le energie fisiche e mentali le avrei spese per il mister ed i miei compagni; il minimo per ripagarli della fiducia accordatami. Ora dovrà decidere il presidente e la società, ma sarò l'uomo più felice del mondo se mi daranno un'altra occasione".